Israele nel lockdown, ma ci sono ragioni per essere ottimisti Commento di Meir Ouziel, le parole di Netanyahu all'Onu
Testata:La Repubblica - Il Fatto Quotidiano Autore: Meir Ouziel Titolo: «Il nuovo anno ebraico nel segno del lockdown. Ma la scienza fa sperare - 'Rivelo al mondo il deposito di armi di Hezbollah'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/09/2020, a pag.11, con il titolo "Il nuovo anno ebraico nel segno del lockdown. Ma la scienza fa sperare" il commento di Meir Ouziel; dal FATTO QUOTIDIANO, a apg. 20, la breve 'Rivelo al mondo il deposito di armi di Hezbollah'.
A Tel Aviv il cartello: "Metti la mascherina"
Ecco gli articoli:
LA REPUBBLICA - Meir Ouziel: "Il nuovo anno ebraico nel segno del lockdown. Ma la scienza fa sperare"
Meir Ouziel
Come vivono gli israeliani l’inizio di questo nuovo anno ebraico, il 5781, tra nuove alleanze, una nuova ondata di coronavirus e la crescente tensione politica interna? Da migliaia di anni, gli ebrei celebrano il loro capodanno con l’inizio dell’autunno. Dopo dieci giorni, cade la celebrazione più solenne del calendario ebraico, lo Yom Kippur. Il giorno del digiuno di espiazione e preghiera in cui Israele è tradizionalmente paralizzato in una sorta di lockdown volontario: tutti i negozi chiusi, niente mezzi di trasporto, la gente che passeggia indisturbata nelle autostrade vuote. La maggioranza della popolazione digiuna e le sinagoghe sono affollate. Non è stato così quest’anno. L’aumento dei contagi ha costretto Israele a un lockdown obbligato, il secondo dallo scoppio della pandemia, e alla limitazione dei raduni al chiuso. Quest’anno i fedeli hanno pregato quindi davanti al tempio, in gruppi distanziati, digiunando per 25 ore, cercando il conforto dell’ombra nel caldo torrido di quest’estate che non finisce. Ma non c’è ombra che possa riparare dalle alte temperature del dibattito tra gli oppositori del primo ministro Netanyahu e i suoi elettori. Dopo che tre campagne elettorali in un anno non sono riuscite a fargli abbandonare l’ufficio del primo ministro, è giunta la stagione delle manifestazioni il cui slogan è "salviamo la democrazia israeliana". Quando Netanyahu è volato alla Casa Bianca per firmare lo storico accordo di pace con gli Emirati e il Bahrein, i manifestanti hanno cercato di sbarrargli la strada per l’aeroporto. Quando è tornato con questo grande risultato, l’hanno atteso con cartelli "Perché sei tornato? Vattene!". La polarizzazione è evidente anche in tribunale, dove Netanyahu è sotto processo per corruzione, frode e abuso di potere, ma molti israeliani credono si stia facendo un uso politico della giustizia. Dando uno sguardo al consueto rapporto dell’Istituto nazionale di statistica in vista del nuovo anno, la foto del Paese sembra meno grigia di quanto non risulti dalla piazza. Gli ultimi dati indicano che la popolazione israeliana conta 9.246.000 abitanti, in crescita dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Conflitti e tensioni sociali non mancano: quasi ogni giovane serve nell’esercito, e il costo della vita è molto alto. Eppure, anche nell’anno sciagurato della pandemia, le statistiche mostrano che l’88,8% degli israeliani continua a provare un elevato livello di soddisfazione per la propria vita (più della media Ocse, 77,4%). L’aspettativa di vita è tra le più alte al mondo: 82 anni per gli uomini, 85 per le donne. Ottimo anche lo stato dell’economia, con un rating invidiabile del debito pubblico. Certo, alla fine dell’anno della pandemia, il Pil calerà del 6% secondo l’Ocse, facendo comunque meglio dell’Eurozona che dovrebbe perdere quasi 8 punti. Israele continua a subire l’ostilità del mondo musulmano. L’Iran ne invoca la distruzione, così come alcune fazioni palestinesi guidate da Hamas. Dinanzi a queste minacce, il Paese non mostra unità. Sebbene dopo le ultime elezioni, Kahol Lavan — il partito che ha condotto un anno di campagne elettorali all’insegna del "Tutto tranne Bibi" — abbia formato una coalizione di governo con Netanyahu, a livello di opinione pubblica l’ostilità al premier è così radicata che persino gli accordi di pace appena stipulati non sono stati accolti con grande entusiasmo. Non si contano le partnership di cooperazione economica e scientifica già avviate con i Paesi del Golfo, e chi può rimanere indifferente al video di quella ragazzina di Abu Dhabi che intona l’inno israeliano Hatikva ? Gli israeliani sono abituati all’odio nei loro confronti, non a simili espressioni d’amore. Eppure, oltre alla comprensibile avversione di alcuni elettori dei partiti arabi (12,5% dei seggi della Knesset), anche nel campo della pace c’è chi non riesce a rallegrarsi perché la svolta è arrivata grazie a Netanyahu, che potrebbe trarne vantaggio politico. Il nuovo anno ebraico si apre mentre i laboratori di tutto il mondo lavorano al vaccino per il Covid. In Israele l’Istituto biologico di Ness Ziona ha iniziato la sperimentazione sugli esseri umani. Sarà forse la scienza a fornire la speranza di una nuova unità per il Paese?
— Traduzione di Sharon Nizza
IL FATTO QUOTIDIANO: 'Rivelo al mondo il deposito di armi di Hezbollah'
Benjamin Netanyahu
IL PREMIER israeliano Benjamin Netanyahu ha rivelato l'esistenza di un deposito segreto di armi di Hezbollah nel cuore di Beirut. "Abbiamo assistito alla terribile esplosione al porto di Beirut il mese scorso", ha dichiarato Netanyahu nel suo discorso all'Assemblea Generale dell'Onu, sottolineando che "duecento persone sono morte, migliaia sono state ferite e 250mila sono rimaste senza casa". "Ora, qui è dove potrebbe avvenire la prossima esplosione. Proprio qui", ha detto Netanyahu, indicando il sito sulla mappa della Capitale libanese vicino al luogo dell'esplosione di agosto. "Questo è il quartiere Janah di Beirut. È proprio accanto all'aeroporto internazionale. E qui, Hezbollah tiene un deposito segreto di armi", ha proseguito il primo ministro. Secondo Netanyahu, il presunto deposito segreto di armi sarebbe a poche decine di metri da una stazione di servizio dove si trovano anche bombole di gas e camion di benzina, all'interno del quartiere di Janah. Il primo ministro ha quindi esortato i libanesi a protestare per la presenza di questo deposito. "Dico alla gente di Janah: dovete agire ora. Dovete protestare. Perché se questa cosa esplode, sarà un'altra tragedia", ha concluso. Dopo l'accusa circostanziata al "partito di Dio" che ha forti legami con l'Iran e il regime siriano, Netanyahu ha allargato la visione, spiegando che "dobbiamo tutti resistere all'Iran e il presidente americano Trump deve essere Iodato esattamente per questo motivo. Non c'è dubbio che Teheran stia cercando di ottenere l'arma nucleare". "Mentre il Consiglio di Sicurezza è diviso, nella regione siamo uniti" nel resistere all'Iran, ha proseguito. Poi, parlando della questione mediorientale, ha detto che "per decenni i progressi sono stati bloccati dalle richieste irrealistiche dei palestinesi". Netanyahu ha definito il piano di pace di Trump sul Medio Oriente "realistico" e si è detto disposto a negoziare sulle basi di tale piano.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare La Repubblica 06/ 49821 Il Fatto Quotidiano06/ 328181