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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.09.2020 Catturato a Lecco il fiancheggiatore dell'Isis in fuga
Cronaca di Barbara Gerosa

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 settembre 2020
Pagina: 1
Autore: Barbara Gerosa
Titolo: «Catturato a Lecco il fiancheggiatore dell'Isis in fuga»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - Milano di oggi, 27/09/2020, a pag.1-9, con il titolo "Catturato a Lecco il fiancheggiatore dell'Isis in fuga", la cronaca di Barbara Gerosa.

Lomagna, è di nuovo caccia al terrorista - Cronaca - ilgiorno.it
Ghaith Abdessalem

Soggetto pericoloso per la sicurezza dello Stato. A firmare il provvedimento di espulsione a fine 2015 era stato l'allora ministro dell'Interno Angelino Alfano. Accompagnato alla frontiera, arrestato dopo essere rientrato, finito in carcere, era riuscito a far perdere le proprie tracce. Fino a giovedì notte quando gli agenti della Digos della Questura di Lecco, guidati dal commissario Domenico Nera, che non ha mai allentato la presa, lo hanno fermato a Lomagna, in Brianza: stava tornando a casa dalla mamma. A tradirlo il desiderio di rivedere i genitori e la sorellina adolescente. In manette è finito Ghaith Abdessalem, 25 anni, origini tunisine, cresciuto nel lecchese, sospettato di aver abbracciato l'ideologia jihadista. Come il fratello maggiore Ghassen che già nel 2m4 aveva aderito alle milizie dell'Isis, unendosi alle fila dei combattenti dello stato islamico e diventando uno dei principali reclutatori di foreign fighters nel centro Europa, fino alla morte avvenuta in Siria. Un esempio da seguire per Ghaith, entrato in contatto con integralisti operativi nel Daesh. Pronto ad entrare in azione secondo le indagini della direzione centrale della polizia di prevenzione. Cinque anni fa la prima espulsione voluta dal ministero: imbarcato a Malpensa su un volo diretto verso la Tunisia, nell'estate del 2017 era già rientrato In Italia. Per due volte consecutive nel giro di poche settimane. A inizio giugno aveva solcato il Mediterraneo sbarcando una prima volta al sud, dove era stato riconosciuto, processato e rispedito in patria. Fermato a Linosa, era stato caricato a Punta Raisi su un volo diretto in Nord Africa. A metà a luglio era nuovamente a Lomagna, quasi un fantasma capace di muoversi indisturbato attraverso le frontiere. A tradirlo in quell'occasione era stata la passione per i social occhiali da sole, atteggiamenti da duro, aveva postato alcune fotografie su Facebook. luoghi alle sue spalle facilmente identificabili. Gli inve. stigatori ci avevano impiegato poco a capire che era tornato nel meratese. Il blitz della Digos era scattato all'alba ed era finito con un colpo d'arma da fuoco esploso accidentalmente da un poliziotto durante la colluttazione. II 25enne si era nascosto in un armadio sul balcone dell'abitazione dei genitori, aveva tentato di gettarsi nel vuoto per sfuggire alla manette, poi aveva aggredito gli agenti. Ma alla fine era tornato dietro le sbarre. E questa volta ci era rimasto per scontare una pena di un anno e sette mesi diventata definitiva per alcuni furti che aveva commesso quando era ancora minorenne. Un racconto che appare incredibile. Nel novembre del 2018 gli vengono concessi i domiciliari: una volta a casa scompare. La sua latitanza è durata quasi due anni. Gli investigatori non hanno mai perso le sue tracce, grazie al lavoro di intelligence e alla sua nota passione per gli scatti postati in rete. A Parigi una foto lo ritrae vicino allo Stade de France, proprio il giorno del terzo anniversario dell'attentato del 2o15. Poi si sposta in Belgio, va in Germania, ritorna in Belgio. Tra il 15 e il i6 settembre, dieci giorni fa, è a Ginevra, in Svizzera. Si sta avvicinando all'Italia, gli uomini della Digos di Lecco gli stanno con il fiato sul collo, aspettano che attraversi nuovamente la frontiera. Lo fa nelle scorse ore. Ad attenderlo ci sono i poliziotti allenati dall'intelligence interna. Ghaith viene fermato in un parcheggio a Lomagna, questa volta non oppone resistenza. Quasi sollevati i genitori, che da anni vivono in Brianza e hanno collaborato con gli investigatori. «Non voglio perdere un altro figlio per l'orrore dell'Isis», le parole della mamma. II giovane è stato portato in carcere a Pescarenico: deve scontare cinque mesi di reclusione per l'aggressione del 2017. Poi sarà nuovamente spedito in Tunisia. Resta da chiedersi per quanto tempo questa volta.

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