Il Corriere che fa buona informazione 3: la cultura italiana a Abu Dhabi Commento di Annachiara Sacchi
Testata: Corriere della Sera Data: 14 settembre 2020 Pagina: 39 Autore: Annachiara Sacchi Titolo: «L’autunno di Abu Dhabi riparte in streaming (aspettando il 2021)»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/09/2020, a pag.39, con il titolo "L’autunno di Abu Dhabi riparte in streaming (aspettando il 2021)", il commento di Annachiara Sacchi.
«La villa», come la chiamano negli Emirati Arabi, doveva essere inaugurata lo scorso marzo, il 16: festa con le autorità locali e italiane, la mostra di Fabrizio Plessi, il concerto della Fujairah Fine Arts Academy. Poi è arrivato il coronavirus, tutto rimandato. Ma non per questo il neonato Istituto italiano di cultura di Abu Dhabi, diretto dalla tenace Ida Zilio-Grandi, si è fermato. E per l’autunno ha in programma una serie di seminari digitali. I Dialoghi sull’innovazione: pandemia, civiltà e i limiti della tecnologia. Si parte domani. Da covidiots a quaranteam, i neologismi nell’era Covid (domani alle nostre 16.15 con il semiologo Massimo Leone, il rapper Freek e il linguista Muhammad Safi al-Mosteghanemi, l’ambasciatore Nicola Lener e il ministro Zaki Nusseibeh); sopravvivenza contro benessere; e-learning e lavoro in remoto; la convivialità perduta. Sono questi i temi, e non solo, che fino a dicembre saranno affrontati dai webinar organizzati dall’Istituto italiano di cultura di Abu Dhabi in collaborazione con l’ambasciata italiana negli Emirati. Il calendario è denso, la direttrice Zilio-Grandi, docente di Lingua e letteratura araba a Ca’ Foscari, riflette: «Per il 2020 avevamo in programma mostre, spettacoli teatrali, letture, laboratori, l’omaggio a Pupi Avati con una masterclass di recitazione per gli oltre 15 mila italiani residenti qui, la presentazione della traduzione in arabo di Nel contagio di Paolo Giordano (Einaudi) realizzata su nostra segnalazione. Il punto è: riusciremo a realizzare tutti questi eventi? E poi: ha senso proporre in forma virtuale appuntamenti pensati dal vivo? Rispondere con onestà a queste domande ci sembra il migliore tributo alla cultura». Ecco come sono nati gli incontri (virtuali) in partenza domani che ospiteranno relatori arabi e italiani, da Telmo Pievani a Christian Greco, da Ernesto Franco a Carlo Ratti, a Paolo Nespoli. Autunno in streaming. Ma Ida Zilio-Grandi espone anche i suoi progetti «in presenza» per il 2021 («sempre Inshallah», dice): una mostra di arte arabo-islamica italiana; un rapporto più stretto con le istituzioni accademiche locali («l’interesse per la nostra cultura è tangibile, specie nei campi dell’arte e del design, ma anche della lingua»). Ammette: «Lavoriamo bene in un Paese fondato sull’apertura, l’ospitalità e la tolleranza». Anche nei confronti del genere femminile? «Nella maggior parte dei casi — risponde — i miei interlocutori sono donne che occupano posizioni di rilievo, a partire dal ministro della Cultura, Noura Al Kaabi, e Sarah al-Amiri, ministro della Ricerca scientifica e presidente dell’Agenzia spaziale degli Emirati».
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