Il Libano nelle mani di Hezbollah e la politica della Francia Commento di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 31 agosto 2020 Pagina: 11 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Libano: la mossa di Hezbollah la mano a Macron»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/08/2020, a pag. 11 con il titolo "Libano: la mossa di Hezbollah la mano a Macron", il commento di Lorenzo Cremonesi, interessante e originale.
Lorenzo Cremonesi
Michel Aoun, Presidente del Libano
L’annuncio sembrerebbe capace di stravolgere la scena politica libanese. «Siamo pronti ad un nuovo patto politico, a condizione che sia discusso tra tutte le componenti libanesi», dichiara in un proclama pubblico Hassan Nasrallah. Il leader indiscusso del partitomilizia sciita Hezbollah («Il Partito di Dio») sembra così andare per la prima volta incontro alle richieste dei manifestanti di Beirut, che dopo la terrificante esplosione del 4 agosto inneggiavano alla «rifondazione dello Stato contro i partiti corrotti». E soprattutto tende la mano ad Emmanuel Macron, che, due giorni dopo il disastro, visitando le rovine attorno al porto della capitale aveva appunto parlato della necessità di rifondare radicalmente il sistema di governo libanese. Il presidente francese tornerà a Beirut nelle prossime ore. Nasrallah lo accoglierà con tutti gli onori. «Abbiamo udito l'appello di Macron durante la sua ultima visita e siamo pronti a discutere in modo costruttivo sul tema». Tuttavia, le prime reazioni tra le comunità cristiana, sunnita e in generale l'intellighenzia laica sono di estremo scetticismo. «Tutto cambia perché nulla cambi?», si chiedono polemici i reporter del quotidiano cristiano L'Orient-Le Jour. Pare molto difficile che Hezbollah possa accettare di minare le fondamenta confessionali della sua legittimità politica, create ai tempi degli accordi di Taif con la partecipazione siriana nel figgo, per soddisfare Parigi e le piazze, al momento tornate silenziose. Tra i temi più contestati, il diritto di Hezbollah di mantenere milizie armate e addestrate dall'Iran. I sospetti che avesse armi al porto sono diffusi. I suoi sponsor a Teheran sono isolati, in piena crisi economica, marginalizzati dal recente accordo di pieno riconoscimento tra Israele ed Emirati. Nasrallah necessita di alleati. Nei prossimi giorni dovrebbe venire nominato un nuovo premier. Un accordo con Parigi e l'Europa potrebbe fargli comodo per arginare la politica Usa in Medio Oriente e guadagnare tempo, nella speranza che Trump perda le elezioni.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante