Gli omicidi del tiranno Erdogan Commento di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 31 agosto 2020 Pagina: 27 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Ebru Timtik, si chiamava così»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/08/2020, a pag.27, con il titolo "Ebru Timtik, si chiamava così", il commento di Pierluigi Battista.
Pierluigi Battista
Ebru Timtik
Cerchiamo di scolpire nella memoria il nome di questa martire turca della libertà, della cui morte è responsabile il tiranno Erdogan: Ebru Timtik. Cerchiamo di non dimenticarla subito, come facciamo di solito noi europei che declamiamo ipocritamente principi di libertà ma poi per quieto vivere facciamo finta di niente e lasciamo sola un'attivista dei diritti umani morta dopo 238 giorni di sciopero della fame, in carcere, per ottenere un processo equo e non la tragica farsa che l'aveva condannata. Cerchiamo di ricordarci almeno per un po' di Ebru Timtik: magari qualche coraggioso potrebbe dedicarle una piazza, ribattezzare con il suo nome un festival, un teatro, una rassegna di libri. Cerchiamo di non essere orribilmente ipocriti come sempre: un. paio di giorni di indignazione perla dittatura in Bielorussia e poi silenzio, qualche titolo di giornale peri democratici di Hong Kong poi censura e omertà per non rovinare I proficui rapporti con Pechino, la dittatura che tanto piace al nostro governo nella cui maggioranza c'è un partito che si fregia addirittura del nome «democratico». Lo sappiamo, l'Europa deve riverire il sultano Erdogan perche riempiendolo di soldi teniamo custoditi nei campi turchi, noi che siamo sempre così umanitari, generosi, accoglienti, tutti i profughi che potrebbero darci qualche fastidio. Facciamo finta che non esista il dispotismo di Erdogan che forse potrà aiutami a stabilizzare la Libia, questa spina nel fianco con la quale non sappiamo come comportarci. E cerchiamo di ignorare la presenza di Ebru Timtik, che si è permessa di protestare contro la violazione dei diritti umani in Turchia e che perciò, non solo lei, è stata condannata in modo assurdo senza nessuna delle garanzie previste da uno Stato di diritto. Ricordiamo ancora una volta il suo nome, così fastidioso per noi che non vorremmo che il sultano Erdogan si innervosisse troppo: Ebru Timtik. Ebru Timtik è lo specchio della coscienza sporca di un'Europa senza dignità che non merita alcun rispetto. Per questo si fa a gara per dimenticarla. Per questo ci gireremo dall'altra parte, come facciamo con la Cina davanti alla quale si prostrano i governi e l'Oms. Come facciamo con la Russia dove gli oppositori sono avvelenati. Ebru Timtik, morta assassinata nel silenzio generale: si chiamava così.
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