Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/06/2020, a pag. 26, con il titolo "Lo strappo di Pompeo: un segretario di Stato al festival di Trump", il commento di Massimo Gaggi.
Gaggi scrive di "proteste pacifiche dopo l'assassinio di George Floyd", dimenticando di elencare le proteste che non sono state affatto pacifiche ma violente. Dov'era Gaggi durante le manifestazioni violente? Il tono della prima all'ultima parola è inoltre contro Trump e Pompeo, invece di essere neutro come sarebbe opportuno. Invece è soltanto propaganda contro Trump
Ecco l'articolo:
Massimo Gaggi
Donald Trump, Mike Pompeo
Dopo aver vantato nella prima serata della Convention repubblicana successi economici, contro la criminalità e nella lotta al coronavirus in gran parte immaginari, ieri Donald Trump ne ha messo in luce uno reale: l'accordo Israele-Emirati raggiunto con la regia degli Usa. Ma il presidente è riuscito a trasformare anche una circostanza così positiva in un caso controverso con la probabile violazione delle nonne che vietano di usare personale e risorse del governo a fini elettorali. Dopo aver intimato ai diplomatici e agli altri dipendenti degli Esteri di non prendere pubblicamente posizione sul voto del 3 novembre, infatti, il segretario di Stato Mike Pompeo ha deciso non solo di parlare all'evento politico repubblicano, ma di farlo nel corso di una missione ufficiale in Medio Oriente, collegandosi in video da Gerusalemme. Il capo della diplomazia si è difeso sostenendo che farà tutto da solo — discorso e sua trasmissione — senza usare personale pagato dai contribuenti americani. Ma i democratici si chiedono chi paga i tanti avvocati che hanno soppesato, parola per parola, il testo preparato da Pompeo per assicurarsi che non provochi problemi giuridici. E comunque un intervento simile di un ministro degli Esteri, oltretutto in missione, in una Convention non si era mai visto: a suo tempo tanto i democratici Hillary Clinton e John Kerry quanto la repubblicana Condoleezza Rice si tennero alla larga dalle kermesse dei loro partiti. Ma Trump, si sa, ha scarsa considerazione per i vincoli istituzionali e si sente al di sopra della legge. Era già successo quando aveva coinvolto l'esercito nella repressione contro le proteste pacifiche dopo l'assassinio di George Floyd. Allora il capo di Stato maggiore era stato costretto a scusarsi con gli americani e coi soldati. E giovedì il presidente userà la Casa Bianca per il suo discorso di accettazione della candidatura repubblicana. Con successivo spettacolo di fuochi d'artificio nel Mall di Washington, intorno all'obelisco dedicato a Washington. Serviva una speciale autorizzazione del governo federale. Che, ovviamente, è arrivata.
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