Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/06/2020, a pag. 28 con il titolo "Dimenticare Bashir, passi avanti in Sudan su islam e diritti umani", il commento di Lorenzo Cremonesi.
L'ottimismo di Cremonesi è esagerato e fuori luogo. In Sudan, infatti, la presa dell'islamismo più fanatico resta stretta. Non basta poter vendere alcolici ai non musulmani - e solo ai non musulmani - par cambiare il volto del regime, senza contare che l'applicazione pacifica di questa regola è tutta da vedere.
Ecco l'articolo:
Lorenzo Cremonesi
Donne sudanesi
Sono talmente rare le buone notizie concernenti i diritti umani nel continente africano che quando arrivano vale davvero la pena di sottolinearle. Pur se tra mille difficoltà, infatti, il governo di transizione in Sudan decide di permettere il consumo di bevande alcooliche ai non musulmani, cancella la pena di morte per il «reato» di apostasia e prosegue deciso la sua battaglia contro le mutilazioni genitali femminili. Si tratta di un importante passo avanti nella direzione della relativa laicizzazione per questo Stato di raccordo chiave tra le regioni sub-sahariane e il Corno d’Africa. A oltre un anno dalla caduta della brutale teocrazia islamica di Omar al Bashir, la via delle riforme pare decisa a cancellare il trentennio di integralismo musulmano per oltre 42 milioni di sudanesi. In Italia ne giungevano gli echi ovattati tramite le testimonianze dei migranti fuggiti in Libia sulla via del sogno europeo. Nel 2014 aveva fatto scalpore la vicenda di Meriam Yehya Ibrahim, la giovane donna musulmana accusata di apostasia e condannata a morte per aver sposato un cristiano. In carcere aveva avuto un figlio e poi era riuscita a fuggire a Roma. Le rivolte studentesche cresciute come un fiume in piena nei primi mesi del 2019, poi sfociate nel colpo di Stato militare contro Bashir la seconda settimana di aprile, avevano garantito la svolta. Adesso anche la minoranza cristiana riesce a fare sentire la propria voce. «D’ora in poi permetteremo il consumo di alcoolici ai non musulmani, a condizione che non disturbino la pace sociale e non avvenga in pubblico», dichiara il ministro della Giustizia ad interim, Nasredden Abdulbari. Ad addolcire la pillola per gli integralisti resta la clausola per cui il divieto rimane fermo per i musulmani e che anche i non-musulmani sono punibili, se scoperti a bere assieme a loro.
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