Se l'Iran terrorista viene fatto passare per Paese aggredito Le ambiguità di Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 12 luglio 2020 Pagina: 12 Autore: Guido Olimpio Titolo: «Obiettivo Natanz: la guerra segreta contro la marcia nucleare dell’Iran»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/07/2020, a pag.12 con il titolo "Obiettivo Natanz: la guerra segreta contro la marcia nucleare dell’Iran" il commento di Guido Olimpio.
L'articolo di Guido Olimpio è come minimo ambiguo. Il giornalista infatti sottolinea oltre misura gli interventi israeliani, omettendo che si è sempre trattato di operazioni mirate e difensive. Il titolo rincara la dose facendo riferimento all'Iran come a un "obiettivo" della "guerra segreta" israeliana. Così il sanguinario regime degli ayatollah viene fatto passare per un Paese aggredito invece che aggressore.
Ecco l'articolo:
Guido Olimpio
La centrale nucleare di Natanz, in Iran
È la strategia della prevenzione. 7 giugno 1981. Operazione Opera. I caccia israeliani distruggono il reattore nucleare di Osirak, in Iraq. 6 settembre 2007. Operazione Outside The Box. Israele riduce in macerie un sito atomico a Deir Ez Zour, in Siria. Ora la sfida ritorna contro l’avversario del momento, l’Iran. Il 2 luglio un’esplosione devasta il padiglione per l’assemblaggio delle centrifughe nucleari a Natanz, in Iran. Il regime conferma, sostiene di sapere le cause ma non le rivela per motivi di sicurezza. Fonti interne sono convinte di un atto ostile, analisi condivisa in Occidente e rafforzata dalla rivendicazione di un gruppo sconosciuto, i Ghepardi della Madrepatria. Può essere la prova del loro coinvolgimento oppure solo un modo per creare incertezze. Su Nour News, sito vicino al Consiglio di Sicurezza Nazionale iraniano, sono meno reticenti. Accreditano l’ipotesi dell’attacco deliberato, sottolineano l’impatto, escludono un’incursione dal cielo perché «Natanz è ben protetta». New York Times e Washington Post, citando ambienti della sicurezza, avvallano la pista della bomba, probabilmente piazzata dal Mossad vicino ad un sistema del gas. Scenario alternativo a quello di un sabotaggio cyber — eseguito dall’unità 8200 israeliana — che avrebbe innescato una reazione a catena. Al lavoro di analisi, svolto in diretta e sui social, si uniscono gli analisti con l’interpretazione delle foto trapelate e di quelle satellitari. E c’è chi è convinto che si sia trattato davvero di uno strike dell’aviazione. Forse è così o è solo un pezzo della battaglia di informazione. Anche perché di cose ne sono accadute e non solo a Natanz. La sequenza terribile per l’Iran si apre il 26 giugno e si chiude, temporaneamente, il 9 luglio. Incidenti e deflagrazioni coinvolgono siti strategici, un ospedale, impianti elettrici e petroliferi. Misterioso quanto avviene, secondo le autorità, nel deposito di gas a Parchin. Un incendio. Gli esperti, confrontando mappe e scatti, indicano invece che potrebbe essere stata coinvolta una fabbrica di missili a Khojir. Il giornale kuwaitiano Al Jarida ritenuto una piattaforma attraverso cui Israele fa filtrare dettagli, rilancia l’azione di aerei. Nessuno ha la prova che tutto sia collegato, però giustifica gli interrogativi. La sequenza Dal 26 giugno al 9 luglio esplosioni e incendi hanno colpito diversi impianti iraniani Primo. Atti dolosi o meno, l’insieme permette di presentare l’Iran sotto pressione, al centro della guerra segreta. Reale e psicologica. Secondo. Se a Natanz è stato un ordigno è evidente che è stato violato un bersaglio di assoluta importanza. Cercheranno le talpe, gli eventuali complici, gli agenti nemici. Le rivendicazioni servono ad aumentare la confusione. Terzo. È un messaggio, noto, all’Iran: ostacoleremo con ogni mezzo i vostri progetti. Israele e gli Usa — racconta il New York Times — hanno riattivato la missione per eliminare alti ufficiali e ostacolare il programma nucleare. È la continuazione dell’Operazione Olympic Game, atto cyber con l’uso del virus Stuxnet (2010) e di altre mosse della guerra segreta, compresa l’uccisione di scienziati. I due alleati sono convinti di poter osare, l’eliminazione del generale iraniano Qassem Soleimani da parte di un drone americano è stata considerata un rischio calcolato. Hanno tolto di mezzo una figura chiave e la ritorsione dei mullah è stata contenuta. Ora ci si chiede quale sarà l’impatto sulla tabella di marcia atomica. Le devastazioni a Natanz — valutano tecnici occidentali — ritarderanno i lavori per molti mesi, anche 2 anni. Gli ayatollah, però, potrebbero aumentare lo scudo per gli impianti, una parte dei quali sono già in bunker e gallerie nelle montagne. Diventerà ancora più arduo colpire. E torniamo così al blitz su Osirak nell’81. La dottrina preventiva israeliana ha insegnato agli iraniani che è meglio «seppellire» le cose che contano sotto rocce e cemento. Insieme alla difesa, verrà la risposta. Molti sono convinti che l’Iran reagirà con una rappresaglia. Visibile e segreta. Come tutto in questo lungo duello.
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