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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.06.2020 La Francia contro TikTok: 'Ricatti e abusi sessuali, la Cina non tutela i giovani'
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 giugno 2020
Pagina: 19
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Parigi accusa TikTok»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/06/2020, a pag.19, con il titolo "Parigi accusa TikTok", la cronaca di Stefano Montefiori.

La Francia attacca il governo cinese sul dossier TikTok, la app che favorisce di fatto ricatti e abusi sessuali. La Cina non fa nulla per tutelare i fruitori della app, in gran parte giovani. Non stupisce, se si conosce la dittatura di Pechino.

Ecco l'articolo:

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Stefano Montefiori

Tik Tok”, il social network che piace a giovani e aziende

«Venite, lanciamo #Balancetontiktokeur e denunciamo chi su TikTok approfitta dei follower per chiedere foto senza vestiti a minorenni», ha scritto mercoledì sera una ragazza (@dilxgx) su Twitter. In poche ore oltre 20 mila messaggi hanno alimentato la rivolta contro i soprusi nel social media più popolare al mondo tra preadolescenti e ragazzi, che pubblicano brevi video con musica e coreografie. È lo stesso meccanismo che si è visto due anni fa con #BalanceTonPorc, versione francese del #MeToo anglosassone, e con #BalanceTonYouTubeur che predeva di mira gli abusi su YouTube. Adesso tocca all'applicazione cinese scaricata due miliardi di volte, il cui uso è ulteriormente cresciuto durante il lockdown. Di fronte alle testimonianze di foto pornografiche, insulti omofobi e sessismo, il governo francese prende posizione attraverso Marlène Schiappa, segretaria di Stato con delega alla parità uomo-donna e alla lotta alle discriminazioni. «TikTok è il social media dei nostri bambini e adolescenti, deve essere uno spazio sicuro — dice Schiappa —. Sono sotto choc per le testimonianze di abusi, ricatti e violenze sessuali. Chiedo immediatamente un incontro con i vertici di TikTok: dobbiamo prendere misure drastiche». TikTok appartiene al grupPo cinese ByteDance di proprietà del fondatore Yiming Zhang, che secondo Forbes è la nona persona più ricca della Cina con un patrimonio di 16 miliardi di dollari. Alla fine del 2017 ByteDance, che già aveva creato una applicazione simile, ha battuto la concorrenza di Facebook, ha comprato Musical.ly dal suo creatore Alez Zhu e l'ha trasformata in TikTok lanciandola in tutto il mondo. Un mese fa Zhang ha ingaggiato Kevin Mayer, ex responsabile dei contenuti streaming Disney, come ceo di TikTok con la responsabilità del controllo e la moderazione dei contenuti ma anche il lancio di possibili nuovi servizi come i pagamenti online. In attesa di una risposta del social media, la segretaria di Stato Schiappa rivolge il suo «sostegno totale alle vittime di questi episodi» e chiede ai francesi «di affrontare il problema con i loro figli». II governo ricorda poi che attraverso il suo sito arretonslesviolences.gouv.fr è possibile chiedere aiuto ad agenti specializzati delle forze dell'ordine, 24 ore su 24. La campagna online e la denuncia della segretaria di Stato arriva in un momento particolare per TikTok, che soprattutto negli Stati Uniti (ma non solo) ha cambiato in parte la sua natura nelle ultime settimane riempiendosi di video di sostegno al movimento Black Lives Matter, con molte testimonianze di ragazzini che raccontano la loro vita quotidiana e la paura del razzismo. TikTok sta diventando uno strumento più completo, ma in Francia emergono migliaia di vecchie chat nelle quali le star del social media diventano molesti e minacciosi con ragazzine di 12-13 anni. «Mandami una tua foto in reggiseno e poi toglitelo», oppure «Con te userò la frusta, sei abituata no? Ah, scusami, devo avere già violentato la tua sorellina», e così via. La battaglia di Marléne Schiappa non potrà però avvalersi della legge Avia contro l'odio online, molto severa, approvata il 13 maggio scorso ma bocciata proprio ieri dal Consiglio costituzionale. I giudici hanno ribadito la possibilità di limitare la libertà di espressione, ma a patto che i provvedimenti siano «proporzionati all'obiettivo».

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lettere@corriere.it

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