Usa: la disoccupazione torna a calare, la borsa continua il recupero Cronaca di Massimo Gaggi
Testata: Corriere della Sera Data: 06 giugno 2020 Pagina: 23 Autore: Massimo Gaggi Titolo: «Scende il numero dei disoccupati Usa. Economisti smentiti e Trump esulta»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/06/2020, a pag. 23, con il titolo "Scende il numero dei disoccupati Usa. Economisti smentiti e Trump esulta", il commento di Massimo Gaggi.
Massimo Gaggi
Donald Trump
“Sono numeri stupendi, grande giornata per l'America: la Borsa è di nuovo vicina ai massimi». Donald Trump intona la marcia trionfale per i dati del mercato del lavoro di maggio che indicano una sorprendente ripresa delle assunzioni col numero dei disoccupati che, anziché salire dal 19,8 per cento come previsto dagli economisti, scende al 13,3 per cento. Come al solito il presidente esagera: ipotizza che anche George Floyd, il nero ucciso dalla polizia a Minneapolis, da lassu stia festeggiando. Cosa che provoca indignazione in rete. Ma, ragionando in termini politici ed economici, Trump ha validi motivi per essere di buon umore: la forza dell'economia Usa, la migliore carta che aveva da giocare in vista delle elezioni di novembre, era svanita a causa della pandemia che aveva portato all'arresto di quasi tutte le attività. Fino a ieri i 42 milioni di americani che hanno chiesto sussidi di disoccupazione (in un Paese nel quale normalmente ci sono 160 milioni di cittadini al lavoro) facevano pensare a un tasso di disoccupazione attuale di circa il 20 per cento. Numeri destinati a calare in autunno, con la ripresa delle attività, ma restando sopra allo per cento a fine anno (e oltre il 12 al momento del voto, il 3 novembre). Invece i dati del ministero del Lavoro, pur fotografando una situazione ancora pesante, vanno in controtendenza rispetto alle aspettative: dopo i 20,7 milioni di posti persi ad aprile, si attendeva un altro saldo negativo di circa 8 milioni di impieghi: invece 2,5 milioni di americani sono tornati al lavoro. Cosa è successo? Molti settori che avevano «congelato» i loro dipendenti — divenuti statisticamente disoccupati — li hanno richiamati con la riapertura di molti Stati e i contributi federali alle imprese spesso condizionati al mantenimento in attività dei lavoratori. A trainare, bar e ristoranti (1,4 milioni di posti recuperati), le costruzioni (464 mila), gli alberghi e la sanità che ha aggiunto 312 mila posti. Qui c'è un dato curioso: 244 mila degli impieghi sanitari aggiuntivi vengono dagli studi dentistici che, quindi, da soli valgono molto della ripresa dell'occupazione. E subito scatta l'ironia, scimmiottando gli slogan di Trump: Make teeth great again. Non tutto, comunque, è cosi roseo: quelli recuperati sono impieghi di dipendenti che erano stati sospesi e sono stati richiamati, mentre la disoccupazione strutturale continua a crescere. Il recupero, poi, ha squilibri che rischiano di alimentare altre tensioni razziali: la disoccupazione scende per i bianchi (dal 14,2 al 12,4 per cento) mentre cresce per gli afroamericani (16,8 per cento, +0,1). E l'attesa rimane quella di un ritorno alla normalità molto lento: lo anni per recuperare tutti i posti perduti. Ma, in vista del voto, il quadro per Trump è di certo meno negativo.
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