Islam: le donne sotto la sharia Commento di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 18 maggio 2020 Pagina: 41 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Le donne e la sharia. Non dimentichiamo»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/05/2020 a pag.41 con il titolo "Le donne e la sharia. Non dimentichiamo" il commento di Pierluigi Battista.
Pierluigi Battista
La melma degli insulti vomitati contro Silvia Romano, le dichiarazioni oscene contro una ragazza che ha trascorso l’inferno della prigionia e per la cui liberazione dovremmo gioire tutti, questo orribile linciaggio non ci deve impedire di denunciare nei Paesi retti dalla sharia islamica il luogo del mondo dove viene attuata la più feroce oppressione nei confronti delle donne. Un’oppressione sistematica attuata, e questa è l’aspetto che ci dovrebbe vergognare, nella più totale indifferenza del mondo che pure si dice difensore dei diritti fondamentali degli esseri umani. Questi diritti elementari sono prepotentemente calpestati in tutto l’universo islamico che non conosce alcuna distinzione tra legge dello Stato e precetto religioso. Siamo indifferenti alla pratica comune della lapidazione delle adultere, alle frustate inflitte alle donne che osano uscire da sole senza il controllo del guardiano maschio, agli anni di carcere di Asia Bibi in Pakistan accusata di blasfemia, allo stupro delle bambine costrette a sposarsi con uomini anziani e repellenti, alla «polizia religiosa» che picchia per strade le donne che non rispettano i divieti a vestirsi in modo libero. Facciamo finta di non accorgerci dei 38 anni di prigione e delle 138 frustate che deve subire in Iran l’avvocata dei diritti umani Nasrin Sotoudeh, colpevole di aver difeso le eroiche ragazze che si sono platealmente liberate del velo dell’oppressione, da indossare obbligatoriamente in tutti i Paesi governati dall’islamismo. Non ci scandalizziamo per il divieto imposto alle donne di entrare in uno stadio in Arabia Saudita. Facciamo finta di non sapere che esiste la figura minacciosa del tutore maschio (mahram) che deve dare il permesso alle donne persino per sostenere un intervento chirurgico. Non vogliamo vedere che la parola della donna in un procedimento giudiziario vale istituzionalmente meno di quella di un uomo. Che in Nigeria le ragazze non possono andare a scuola. Che le donne yazide sono state stuprate in massa se non si convertivano. Pensiamo oramai che sia normale che le donne afghane siano seppellite dentro un burqa. E che uno scrittore islamico algerino, Kamel Daoud, viva blindato e non possa più scrivere sui giornali per aver detto che «il mondo musulmano ha una relazione malata con le donne». Minacciato di morte. E noi facciamo finta di niente.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante