Addio a Rolf Hochhuth, suo il 'Vicario' su Pio XII Commento di Helmut Failoni
Testata: Corriere della Sera Data: 15 maggio 2020 Pagina: 38 Autore: Helmut Failoni Titolo: «Addio a Rolf Hochhuth, il suo 'Vicario' scosse la Chiesa»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/05/2020, a pag. 38, l'articolo di Helmut Failoni dal titolo "Addio a Rolf Hochhuth, il suo 'Vicario' scosse la Chiesa".
Rolf Hochhuth
Gli anni Sessanta erano quelli più proficui per una rivoluzione dei linguaggi artistici: visivi, letterari, sonori, del palcoscenico. Ed era il 20 febbraio 1963 quando al teatro Freie Volksbühne di Berlino calò il sipario sulla prima rappresentazione di un lavoro che creò uno scandalo senza precedenti nella Chiesa cattolica e che in una notte decretò il successo del suo autore, un drammaturgo trentunenne, Rolf Hochhuth, che da quel testo (e da quel successo) è stato accompagnato fino alla morte. L’autore tedesco, nato il 1° aprile 1931, è scomparso mercoledì 13 all’età di 89 anni. Quel testo — portato in scena in prima assoluta dal regista e produttore Erwin Piscator (insieme a Bertolt Brecht uno dei grandi esponenti del teatro epico) — si intitolava Der Stellvertreter (Il vicario) ed era tratto dall’omonimo libro di Hochhuth che affronta la delicata questione dell’atteggiamento di Papa Pio XII durante la Seconda guerra mondiale per il suo prolungato silenzio sulla Shoah (di questo tema si è occupato Andrea Riccardi sul «Corriere della Sera» proprio del 13 maggio).
Pio XII
Nel libro, del 1963, e nella pièce Hochhuth inventa la figura di un gesuita, Riccardo Fontana, che cerca invano di ottenere una presa di posizione di Pio XII contro le deportazioni degli ebrei. L’anno successivo la rappresentazione londinese e l’uscita del libro in Italia voluta da Giangiacomo Feltrinelli (prefazione firmata da Carlo Bo), portarono avanti lo scandalo e alimentarono il fuoco acceso sul palco berlinese. Hochhuth — che viene ricordato quasi esclusivamente per Il vicario, nonostante altre sue pièce politiche (una su Winston Churchill) — divenne un pioniere e contribuì ad aprire una profonda riflessione storica (nel 1964 uscirono per esempio i primi saggi sui rapporti fra Pio XII e il Terzo Reich). Si crearono forti attriti con la Santa Sede (c’è chi sostiene che Paolo VI avesse aperto il processo di beatificazione di Pio XII per replicare alle accuse), ma il successo portò Il vicario fino a Broadway e a Parigi (con Michel Piccoli). È andato in scena in 38 nazioni. Il 13 febbraio 1965, dopo la prima rappresentazione romana, quasi clandestina — preparata da un gruppo di attori guidati da Gian Maria Volonté, al circolo Letture nuove — ne fu vietata la messa in scena. A teatro, in tempi recenti, la pièce ha continuato però a essere rappresentata nell’allestimento di Rosario Tedesco. Nel 2002 il regista greco Costa-Gavras lo porta sul grande schermo con il titolo Amen. La locandina di Oliviero Toscani fonde simboli cristiani con quello nazista. E suscita un forte scandalo all’uscita del film, scatenando la censura.
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