Michel Onfray lancia la rivista 'Front populaire' all'insegna del politicamente scorretto Commento di Mauro Zanon
Testata: Il Giornale Data: 29 aprile 2020 Pagina: 23 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Michel Onfray lancia la rivista dei sovranisti»
Riprendiamo dal GIORNALE oggi, 29/04/2020, a pag.23 con il titolo "Michel Onfray lancia la rivista dei sovranisti" la cronaca di Mauro Zanon.
Attendiamo con grande interesse l'arrivo in giugno della rivista di Michel Onfrey, finalmente una buona notizia per quanto riguarda l'informazione indipendente. Fin dall'ironica testata. Intanto leggere "Pensare l'islam" in edizione italiana da Ponte alle Grazie.
Mauro Zanon
Michel Onfray
Michel Onfray è uscito da un bel po' tempo dal girone dei frequentabili. Le Monde non lo chiama più da quando ha scritto Penser l'islam, contro l'islamofilia irenista di una certa Francia, contro i benpensanti che credono ancora all'islam «religione di pace, amore e tolleranza». La frattura con gli ex camarades convertiti al macronismo è diventata poi insanabile nel momento in cui ha iniziato a sostenere i gilet gialli e le loro proteste. In realtà, Onfray, filosofo libertario e iconoclasta, non ha mai amato i salotti parigini. Ha sempre osservato il mondo dalla sua residenza bucolica, a Caen, in Normandia, in quella Francia profonda che le élite parigine hanno dimenticato e rimosso dal loro campo di interesse. Ai senza voce che le reti all-news della capitale trattano come retrogradi, Onfray offrirà ora una tribuna sotto forma di rivista trimestrale: Front populaire, «una macchina da guerra per la plebe»,come l'ha definita, che vedrà la luce a giugno.
Uno dei libri in italiano di Michel Onfray (Ponte alle Grazie ed.)
Sarà un mook, metà magazine, metà libro, sarà animata da Onfray e Stéphane Simon, già responsabile del sito michelonfray.com, e ospiterà i contributi degli «ex rappresentanti politici, dei gilet gialli, degli insegnanti, dei giuristi, dei giornalisti, dei demografi» che non accettano di subire la narrazione macronista della Francia e le imposizioni di «quelli che difendono lo stato maastrichtiano». «Sarà la rivista di tutti i sovranisti, di destra e di sinistra», ha annunciato Onfray. L'obiettivo è quello di contribuire a riflettere all'après-coronavirus, alla costruzione della società che verrà quando la crisi provocata dal Covid-19 sarà finita. Il nome del mook, fortemente suggestivo, è stato scelto in opposizione a quello che Onfray chiama il «Fronte populicida», costruito attraverso trent'anni di tecnocrazia, austerity e riforme lacrime e sangue. Si parlerà di liberalismo e illiberalismo, dei territori perduti della République e della pauperizzazione delle classi popolari, del nuovo ruolo dello Stato e dell'Europa sovrannazionale, delle radici culturali e del «capitale d'autoctonia» come lo ha descritto il geografo Christophe Guilluy nel libro-bestseller La France péripherique. Il Front populaire, ha sottolineato Onfray, non sarà il megafono di nessun partito cosiddetto sovranista, né del Rassemblement national di Marine Le Pen né tantomeno della France insoumise di Jean-Luc Mélenchon. «Ha ereditato la mancanza di colonna vertebrale del padre», ha detto della Le Pen Onfray. Ma se ci sarà voglia di dire cose di destra si diranno. «Un uomo di sinistra che non accetta una verità di destra dimostra di essere una persona fondamentalmente disonesta e niente più», spiega il filosofo. Da questa rivista, Onfray spera possa nascere anche qualcosa di concreto politicamente all'orizzonte 2022, anno delle prossime elezioni presidenziali francesi. «Una proposta popolare, girondina, proudhoniana», una convergenza dei sovranismi di cui non sarà il leader politico, ha precisato, ma sicuramente il leader intellettuale.
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