Nella Russia di Putin calano i consensi verso il dittatore, cresce il culto di Stalin con la complicità della Chiesa ortodossa Cronaca di Manuela Gatti
Testata: Il Giornale Data: 29 aprile 2020 Pagina: 14 Autore: Manuela Gatti Titolo: «Putin cura con il mosaico il peggior calo di consensi»
Riprendiamo dal GIORNALE oggi, 29/04/2020, a pag.14 con il titolo "Putin cura con il mosaico il peggior calo di consensi" la cronaca di Manuela Gatti.
Mentre cala vertiginosamente il consenso verso Vladimir Putin in Russia, con la colpevole complicità della Chiesa ortodossa continua la riabilitazione di Stalin. Non è la prima volta e non stupisce da parte di un dittatore che non esita a reprimere il dissenso, perseguitare l'informazione che non si piega al regime e allearsi con i peggiori regimi del mondo dall'Iran alla Cina.
Ecco l'articolo:
Il mosaico in chiesa che raffigura, tra gli altri, Putin e Stalin
Accanto a santi e religiosi, sui mosaici della grande cattedrale ortodossa in costruzione alle porte di Mosca ci saranno anche ritratti ben più civili: quello del presidente russo Vladimir Putin, per esempio, o del suo ministro degli Esteri Sergei Shoigu, del capo dei servizi segreti interni Alexander Bortnikov e ancora del leader sovietico Iosif Stalin. Tra gli eventi storici celebrati sulle pareti, insieme alla vittoria dell'Urss sui nazisti, anche l'annessione della Crimea del 2014. A rivelare i dettagli decorativi di quello che sarà uno dei luoghi di culto ortodossi più grandi al mondo è il sito indipendente moscovita Mbk Media, che dopo averne pubblicato le immagini in anteprima ha ricevuto la conferma della Chiesa ortodossa russa, che ha definito «appropriata» la scelta dei soggetti omaggiati. A schermirsi è stato invece proprio Putin: «I posteri apprezzeranno i nostri meriti un giorno, ma oggi è troppo presto per farlo», è stato il suo commento alla notizia, secondo quanto riferito dal portavoce Dmitri Peskov. Tuttavia il capo del Cremlino non ha chiesto che il suo volto venga rimosso. Mosaici a parte, tutto nell'enorme struttura in fase di ultimazione sarà una celebrazione della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. La cattedrale è dedicata alle Forze armate russe, i 19,45 metri del diametro del tamburo della cupola rimandano all'anno della fine del conflitto, i 1.418 gradini del «percorso della memoria» corrispondono ai giorni trascorsi dall'Urss in combattimento e l'inaugurazione è prevista - salvo contrordini causa coronavirus - per il prossimo 9 maggio, che in Russia è la Giornata della vittoria, in cui si celebra la capitolazione della Germania nazista. La tradizionale parata è stata invece già rimandata per la pandemia, che nel Paese ha provocato - a ieri sera - poco più di 93mila contagi e 867 vittime. Proprio ieri Putin è tornato a rivolgersi ai connazionali in merito all'emergenza sanitaria, spiegando che secondo gli scienziati che stanno lavorando con il governo «il picco non è ancora stato raggiunto». Di qui la decisione di estendere fino all'11 maggio le restrizioni, cioè il periodo «non lavorativo» dichiarato inizialmente a fine marzo e poi via via allungato. Nel frattempo il Cremlino cercherà di mettere a punto una strategia che non si limiti a «stabilizzare la situazione», ma «assicuri cambiamenti strutturali di lungo periodo all'economia russa, tenendo conto della nuova realtà che sta prendendo forma nel mondo». Per il momento i russi non sembrano fidarsi del tutto di queste misure. Secondo un sondaggio condotto a marzo dall'istituto demoscopico Vtsiom, alla domanda sui politici di cui ci si fida, solo il 28,3% ha risposto citando il presidente, il dato più basso dal 2006 quando Vtsiom ha iniziato a svolgere la rilevazione.
Accanto a santi e religiosi, sui mosaici della grande cattedrale ortodossa in costruzione alle porte di Mosca ci saranno anche ritratti ben più civili: quello del presidente russo Vladimir Putin, per esempio, o del suo ministro degli Esteri Sergei Shoigu, del capo dei servizi segreti interni Alexander Bortnikov e ancora del leader sovietico Iosif Stalin. Tra gli eventi storici celebrati sulle pareti, insieme alla vittoria dell'Urss sui nazisti, anche l'annessione della Crimea del 2014. A rivelare i dettagli decorativi di quello che sarà uno dei luoghi di culto ortodossi più grandi al mondo è il sito indipendente moscovita Mbk Media, che dopo averne pubblicato le immagini in anteprima ha ricevuto la conferma della Chiesa ortodossa russa, che ha definito «appropriata» la scelta dei soggetti omaggiati. A schermirsi è stato invece proprio Putin: «I posteri apprezzeranno i nostri meriti un giorno, ma oggi è troppo presto per farlo», è stato il suo commento alla notizia, secondo quanto riferito dal portavoce Dmitri Peskov. Tuttavia il capo del Cremlino non ha chiesto che il suo volto venga rimosso. Mosaici a parte, tutto nell'enorme struttura in fase di ultimazione sarà una celebrazione della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. La cattedrale è dedicata alle Forze armate russe, i 19,45 metri del diametro del tamburo della cupola rimandano all'anno della fine del conflitto, i 1.418 gradini del «percorso della memoria» corrispondono ai giorni trascorsi dall'Urss in combattimento e l'inaugurazione è prevista - salvo contrordini causa coronavirus - per il prossimo 9 maggio, che in Russia è la Giornata della vittoria, in cui si celebra la capitolazione della Germania nazista. La tradizionale parata è stata invece già rimandata per la pandemia, che nel Paese ha provocato - a ieri sera - poco più di 93mila contagi e 867 vittime. Proprio ieri Putin è tornato a rivolgersi ai connazionali in merito all'emergenza sanitaria, spiegando che secondo gli scienziati che stanno lavorando con il governo «il picco non è ancora stato raggiunto». Di qui la decisione di estendere fino all'11 maggio le restrizioni, cioè il periodo «non lavorativo» dichiarato inizialmente a fine marzo e poi via via allungato. Nel frattempo il Cremlino cercherà di mettere a punto una strategia che non si limiti a «stabilizzare la situazione», ma «assicuri cambiamenti strutturali di lungo periodo all'economia russa, tenendo conto della nuova realtà che sta prendendo forma nel mondo». Per il momento i russi non sembrano fidarsi del tutto di queste misure. Secondo un sondaggio condotto a marzo dall'istituto demoscopico Vtsiom, alla domanda sui politici di cui ci si fida, solo il 28,3% ha risposto citando il presidente, il dato più basso dal 2006 quando Vtsiom ha iniziato a svolgere la rilevazione.
Per inviare al Giornale la propria opinione, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante