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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.04.2020 Davide Casaleggio non si fa scrupoli a utilizzare uno stereotipo antisemita per attaccare l'Unione europea
Nell'intervista di Emanuele Buzzi

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 aprile 2020
Pagina: 9
Autore: Emanuele Buzzi
Titolo: «Casaleggio: sì a un sistema per il monitoraggio»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/04/2020, a pag. 9, con il titolo "Casaleggio: sì a un sistema per il monitoraggio" l'intervista di Emanuele Buzzi a Davide Casaleggio.

Secondo Davide Casaleggio "Oggi alcuni Paesi europei mi ricordano Shylock del Mercante di Venezia di Shakespeare, che a furia di pretendere la sua libbra di carne perse i suoi crediti". Per attaccare i Paesi membri dell'Unione europea Casaleggio non si fa scrupoli a utilizzare uno stereotipo beceramente antisemita e "dimentica" il vero significato della figura di Shylock nel Mercante di Venezia: un uomo come tutti gli altri, che credeva nella giustizia.

Ecco l'articolo:

Davide Casaleggio - Socio Casaleggio Associati
Davide Casaleggio

Davide Casaleggio, come usciremo da questa emergenza? Teme durerà molto? «La durata dell’emergenza dipenderà dalla scienza. Si parla di un vaccino distribuibile al più presto a inizio 2021. Fino ad allora potremmo verificare se medicinali esistenti per altri scopi possano essere utili in qualche modo. Nel frattempo dovremo trovare il modo di conviverci nella consapevolezza che, superata l’emergenza, avremo in ogni caso un mondo diverso. Se oggi ci chiediamo se c’è una buona ragione per fare le cose online, domani ci chiederemo se ci sia una buona ragione per farle in presenza».
Che succederà ai partiti dopo la fine del lockdown? «I partiti si stanno rendendo conto che devono organizzarsi online per continuare a vivere».
Cosa pensa delle app per monitorare le persone e il contagio? «La tutela del singolo si contrappone quasi sempre con la tutela della comunità. Occorre, quindi, che il singolo esprima un consenso e soprattutto possa accedere e cancellare i propri i dati in qualunque momento. Con la riapertura potrebbe essere un utile strumento per ricordarsi chi si è incontrato, in caso di contagio. Oggi gli operatori telefonici hanno già questi dati e registrano i nostri movimenti degli ultimi due anni, ma possono utilizzarli solo le forze di polizia».
Ha ricordato che suo padre aveva previsto per il 2020 grandi sconvolgimenti. «Lo studio dei trend mondiali spesso ci consegna alcune previsioni che si realizzano. Altre ci servono per fare in modo che non accadano. Mio padre era un grande appassionato di storia che sommata all’immaginazione diventa un grande antidoto all’incertezza. Le scelte che faremo nel 2020 impatteranno sul resto della nostra vita. Alcuni Paesi hanno iniziato a limitare le esportazioni di cibo. Credo sia una china pericolosa. In altri Paesi si danno pieni poteri a singole persone. Sono segnali da tenere in forte considerazione».
In questa fase l’Europa sta facendo abbastanza? «Oggi alcuni Paesi europei mi ricordano Shylock del Mercante di Venezia di Shakespeare, che a furia di pretendere la sua libbra di carne perse i suoi crediti. Se non si capisce che in tempi di emergenza sono necessarie misure straordinarie di sostegno e rilancio dell’economia penso che la storia possa finire allo stesso modo».

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I partiti hanno capito che devono operare online Lo smart working sarà normale nelle aziende Il governo italiano si è mosso in ritardo? «È inutile criticare con il senno di poi azioni fatte in condizioni di forte incertezza. Ci si dimentica che un mese fa in molti dicevano di “riaprire tutto”. Oggi è necessario pensare a come affrontare assieme questa crisi. Paesi come Regno Unito e Usa hanno già destinato dal 10 al 15% del Pil per affrontare la crisi ed il rilancio economico. Oggi dobbiamo definire come ottenere o creare questa liquidità anche noi e definire che mondo vogliamo ridisegnare con questi soldi. Rapportato al Pil Italiano stiamo parlando tra i 200-300 miliardi di euro».
Cosa intende per ripensare l’economia? «Confindustria ha calcolato che alla fine del primo semestre di quest’anno si avrà una perdita di ricchezza di 42 miliardi. L’obiettivo oggi è tenere in vita le aziende in crisi di liquidità, quello per i prossimi mesi sarà decidere dove destinare i forti investimenti statali che dovranno seguire. Dobbiamo chiederci quali sono in questo momento storico gli investimenti che possano avere impatto duraturo sullo sviluppo economico, costruendo la nuova società».
Secondo lei? «Credo che dobbiamo pensare e investire in una nuova Italia digitale, sicura e verde. Se saremo bravi ad anticipare i tempi potremmo essere noi a esportare soluzioni in tutto il mondo. Strutture sanitarie all’altezza, generazione elettrica distribuita, edilizia antisismica, impatto zero sul CO2 nell’atmosfera. Saranno tutte priorità, ma anche grandi opportunità per l’economia. La sola adozione di una carta d’identità elettronica per tutti gli italiani avrebbe un impatto del 3% sul Pil».
Per il telelavoro è in atto una trasformazione irreversibile? «Una parte delle aziende italiane, in particolare nei servizi, oggi continua a lavorare, quasi come prima. Credo che lo smart working diventerà una parte normale dell’organizzazione di una qualunque azienda. La quarta rivoluzione industriale sta accelerando. Le smart company inizieranno ad imporsi in tutti i settori».
Il Parlamento dovrebbe continuare a operare come fa oggi? «In questi giorni il Parlamento spesso si riunisce fisicamente per parlare con qualcuno in videoconferenza. A volte l’abitudine può portarci a fare scelte sbagliate. Oggi per difendere la democrazia bisognerebbe fare come il Parlamento europeo o quello spagnolo dove tutti possono prendere parte, ma a distanza per tutelare il diritto di partecipazione democratica e anche quello della salute di tutti».

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