Ogni Paese deve dire a chi odia gli ebrei: 'Sì, un ebreo è qui, Juden hier, e ne sono felice e orgoglioso' Analisi di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 25 gennaio 2020 Pagina: 1 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Quella scritta sfregia la Storia»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 25/01/2020, a pag. 1 con il titolo "Quella scritta sfregia la Storia" l'analisi di Fiamma Nirenstein.
A destra: l'ignobile scritta
Fiamma Nirenstein
Scritte, parole, segni.... Nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1936, la Notte dei Cristalli che dette il via all'eliminazione sistematica nazifascista del Popolo Ebraico, la notte in cui arsero i beni e le case ebraiche, la parola Juden fu scritta, scarabocchiata, bestemmiata su muri e vetrine e porte. Cominciava il rogo di sei milioni di persone, fra cui un milione e mezzo di bambini. Una scritta non è solo due parole in fila: è un'arma mortale disegnata sul muro, sulla porta, sui social media che sono la maggiore di tutte le superfici sfregiabili con parole offensive destinate a diventare armi. Così alla vigilia della Giornata della Memoria è orribile vedere quelle due parole nere di odio, in tedesco!!Con lo scarabocchio di una stella di David, il Magen David che gli ebrei portarono cucito addosso come un marchio di condanna a morte. Esso oggi, finalmente, campeggia glorioso sulla bandiera Israeliana. Sì, disgusta lo scarabocchio nerastro sulla porta di casa di Aldo Rolfi, il figlio di Lidia Beccaria Rolfi partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, vomitato là di notte da un perfido demente dopo che Rolfi è intervenuto su un giornale locale per ricordare la madre, per altro deportata politica. Ma è in tedesco: chi l'ha scritta sa che la Germania era cosparsa di cartelli e segnali che dicevano da ristoranti, negozi alberghi, scuole: " Juden sind hier unerwunscht ". Gli ebrei qui non sono desiderati. Sa che negozi e sinagoghe furono sfasciati dopo essere stati segnati. Qui a essere presa di mira è una casa, il luogo di riposo e rifugio di ogni essere umano. Dopo la Notte dei Cristalli furono letteralmente decine di migliaia le case degli ebrei prese di mira, le squadre antisemite entravano e sfasciavano mobili, quadri, vasellame, sventravano cuscini e coperte. A Rostock e a Mannheim i nazisti distrussero praticamente tutte le case ebraiche, ovunque le case nella Grande Germania inclusa l'Austria furono attaccate per perseguitare gli ebrei e renderli miseri viandanti prima di deportarli. Le irruzioni nelle case venivano accompagnate da stupri e uccisioni. Le case, il rifugio di ogni essere umano, furono attaccate e prese di mira una a una proprio perchè "Juden hier", qui c'era un ebreo. I responsabili di questo gesto devono pagare o si intacca la promessa solenne fatta ieri da quaranta capi di Stato, compreso Mattarella: mai più di nuovo, never again. Il segno delle parole è mortale: quando l'Unione Europea mette un'etichetta, nero su bianco, sui prodotti dei cosiddetti "Territori" suggerendo una discriminazione che boicotti Israele, compie un gesto orribile nella sua cecità oltre che politica anche morale e storica, è difficile persino capire come sia possibile che questa regola sia stata varata. L'antisemitismo è un crimine che ha ormai ha fatto troppe vittime anche in Europa, l'IHRA che il governo italiano come molti altri governi nel mondo, ha accettato, definisce l'antisemitismo nei suoi vari aspetti e adesso deve diventare non una sospirosa opzione morale, ma una carta dei doveri che non possono essere obliterati, pena la punizione severa. E' l'ora che esso venga affrontato ovunque: nelle tane dei nazifascisti, come anche nelle sempre obliterate molteplici espressioni di antisemitismo genocida in Iran e nel mondo islamico in generale. Mentre è logico e sensato che i leader francesi, italiani, tedeschi scambino idee e incontri con quel mondo, è inaccettabile che non si senta mai una parola da parte occidentale che chieda di porre fine alla diffamazione sanguinosa del popolo ebraico e di Israele. Ogni Paese deve dire a chi odia gli ebrei: "Sì, un ebreo è qui, Juden hier, e ne sono felice e orgoglioso".
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