Il Quai d'Orsay e la sua logica
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Mohsen Rezayee
E’ molto inquietante l’avviso che i cittadini francesi desiderosi di recarsi in Israele e nei Territori Palestinesi, trovano sul sito del Ministero dell'Europa e degli Affari esteri. Giudicate voi: “A seguito dell’aumento della tensione nella regione, la città di Haifa è stata oggetto di minacce esplicite. Si raccomanda ai cittadini francesi che si trovano a Nord della linea Haifa-Nazareth di essere vigili e prudenti, di informarsi sullo sviluppo della situazione e di seguire le istruzioni di sicurezza delle autorità locali”. Pubblicato l'8 gennaio del 2020, questo avvertimento è di una laconicità sibillina. Aumento delle tensioni nella regione? Certo, c’è stato l’attacco mirato contro il comandante delle Guardie Rivoluzionarie rivendicato dagli Stati Uniti. Ma questo è accaduto in Iraq e più precisamente a Baghdad. Secondo la Casa Bianca, si è trattato di una battuta d'arresto alle provocazioni iraniane e più precisamente, ad un attacco a una base delle forze della coalizione contro il Daesh, situata in Iraq e al tentativo di attaccare l’ Ambasciata americana a Baghdad. Israele non aveva nulla a che fare con questa concatenazione.
Il simbolo di Kataib Hezbollah
Allora perché queste minacce esplicite? Minacce mirate specificamente ad Haifa, la terza città di Israele con oltre 300.000 abitanti, senza contare i suoi sobborghi? Una domanda che sarebbe stato utile rivolgere a quelli che pronunciano queste minacce. Prima di tutti c'è l'Iran. Mohsen Rezayee, Segretario del Consiglio di discernimento dell’interesse superiore del regime, il cui compito principale è quello di consigliare il Leader Supremo, lo ha proclamato forte e chiaro: "Se gli Stati Uniti reagiranno alle rappresaglie che stiamo preparando per loro, annienteremo Haifa e Tel Aviv ”. Il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah a sua volta, si è affrettato a lanciare intimidazioni. Nel suo caso, oltretutto, non è la prima volta: annunciare l'invio di missili contro la città e le sue installazioni è un rituale che esegue praticamente ogni volta che prende la parola. Il che non aveva mai indotto il Quai d'Orsay a lanciare un avvertimento che invitasse i suoi cittadini a essere prudenti. E’ proprio questo il problema. Insensibile alle rodomontate degli Hezbollah, il venerabile ministero, a questo punto, prende molto sul serio le parole degli ayatollah e dei loro portavoce. Fedele alla sua missione di proteggere i francesi, il Ministero dell'Europa e degli Affari esteri ha immediatamente pubblicato questo avviso sul suo sito. Avremmo preferito vedere il Ministro rivolgere agli iraniani una condanna ferma ed inequivocabile contro le affermazioni di Rezayee. Qualunque sia il contenzioso tra Teheran e Washington, è assolutamente inaccettabile vedere un alto funzionario iraniano annunciare la sua intenzione di distruggere una città israeliana in risposta a possibili rappresaglie americane. Avremmo potuto, avremmo dovuto aspettarci una condanna ferma e inequivocabile da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite e che venisse poi estesa alla politica estera dell'Unione Europea. Purtroppo non è stato così.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".