La società palestinese è in crisi: è colpa di Israele?
Commento di Michelle Mazel
https://www.jforum.fr/la-societe-palestinienne-est-en-crise-la-faute-a-israel.html
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Queste cifre sono davvero spaventose. Il 61% delle vittime di assassinii e di omicidi in Israele sono arabi. Ricordiamoci che gli arabi rappresentano solo il 20% della popolazione del Paese. Ma bisogna specificare, che gli autori di questi crimini appartengono anch’essi alla comunità araba. Un altro dato: il 62% degli arabi , vittime di aggressione, non osa presentare alcuna denuncia. Questo è il risultato dell'indagine dell'organizzazione “Abraham Initiatives”, una ONG che riunisce arabi ed ebrei che lavorano “per gli stessi diritti dei cittadini ebrei e arabi in Israele che vivono in pace con uno Stato palestinese rispondente alle aspirazioni nazionali del popolo palestinese”.
Per gli autori di questo rapporto, questo stato di cose è il prodotto della “profonda discriminazione nei confronti della società araba in tutti i campi”, senza spiegare perché questa cosiddetta discriminazione indurrebbe i cittadini arabi di Israele a uccidersi a vicenda, e perché ogni anno vengono uccise il doppio delle donne arabe rispetto alle donne ebree.
Ayman Odeh, leader del partito comunista Hadash e membro della Knesset, va ancora oltre: “Delle persone innocenti vengono uccise per strada e la polizia non fa nulla.” Si mostra profondamente ingiusto nei confronti della suddetta polizia, che ha diverse centinaia di poliziotti arabi, tra cui quasi un centinaio di donne.
Ma soprattutto, si guarda bene dal dire che le stazioni di polizia nelle città e nei villaggi a maggioranza arabi, sono regolarmente vandalizzati e che gli agenti di polizia che arrivano a indagare sono accolti con pietre e bottiglie Molotov.
In un fenomeno che ricorda quello che succede in alcuni quartieri in Francia, le bande fanno prevalere la legge del silenzio e spesso i testimoni dei crimini soffrono di un'amnesia tanto improvvisa quanto inquietante.
A ciò si aggiunge l’aspetto nazionalista, nelle manifestazioni sventolano regolarmente le bandiere dell'Autorità Palestinese.
Non molto tempo fa, gli assassini (arabi) di due poliziotti arabi sono stati elogiati come eroi. Alla radice del profondo malessere della società araba, ci sono questi effetti perversi che i rappresentanti eletti della comunità non cercano neppure di condannare.
Eletti dalla comunità: va ricordato che i cittadini arabi israeliani godono del pieno diritto di voto e se il numero di deputati arabi non corrisponde alla loro percentuale nella società, ciò è dovuto all'alto tasso di astensione dal voto da parte del settore arabo.
La colpa è di Israele, senza dubbio. Inoltre, gli arabi eletti, passano più tempo sul palco a declamare propositi incendiari contro questo Stato che a occuparsi dei problemi dei loro elettori. Nel frattempo, nella vicina Autorità Palestinese, gli arresti arbitrari e le torture continuano alla luce del sole e le violenze contro la piccola comunità cristiana si stanno moltiplicando. La stampa locale è riluttante a renderle pubbliche per paura di rappresaglie. Il Presidente Mahmoud Abbas, il cui mandato è scaduto da anni - come quello dei parlamentari – si guarda bene dall’indire nuove elezioni. Per quanto riguarda la stampa internazionale, fa finta di non sapere.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".