Israele e le sue cattive frequentazioni
Commento di Michelle Mazel
www.jforum.fr/israel-et-ses-mauvaises-frequentations-par-michele-maz
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
A destra: Jair Bolsonaro
Appena eletto, il nuovo Presidente del Brasile Jair Bolsonaro, ha annunciato di voler mantenere la promessa fatta ai suoi elettori: trasferire a Gerusalemme l’ambasciata brasiliana in Israele, partendo dal presupposto che ogni Paese è libero di scegliersi quale debba essere la sua capitale. Tutto ciò però non avverrà nell’immediato, visto che l’insediamento di Bolsonaro avverrà soltanto il primo gennaio 2019. Ma non importa. Per l’ennesima volta Israele è accusato di farsela con dei leader discutibili, addirittura fascisti. Secondo il New York Times, c’è da temere un bagno di sangue in Brasile sotto la direzione di un leader dell’estrema destra nazionalista che molti paragonano al Presidente americano, cosa che ai loro occhi non è certamente un complimento, mettendo in dubbio la sua legittimità. Eppure Bolsonaro è stato eletto con il 55% dei voti in un Paese che è il quinto al mondo per superficie e il sesto per popolazione.
Benjamin Netanyahu
Si deve pensare che la voce della destra non conti più in democrazia. Lo si vede benissimo in Europa, dove si accusa ancora lo Stato ebraico di essere amico di Paesi “sulfurei” come la Polonia e l’Ungheria, o addirittura l’Austria che nelle ultime elezioni del 2017 è virata a destra. Paesi dal greve passato di antisemitismo e di crimini nei confronti degli ebrei. Eppure la Germania, che ha commesso i crimini peggiori, oggi è considerata un bel posto da frequentare, anche se lì continuano ad esistere autentici partiti di estrema destra per non dire nazisti, che manifestano liberamente nelle grandi città. Per quel che concerne la Francia, che cerca di ignorare come ha tradito i suoi ebrei durante la guerra, oggi assiste ad una recrudescenza di atti antisemiti in un clima decisamente antisionista da parte dei media, tanto è vero che i suoi rappresentanti diplomatici votano sistematicamente contro Israele in qualsiasi istanza internazionale. Hanno sostenuto senza esitare le vergognose dichiarazioni dell’UNESCO che negano al popolo ebraico ed al giudaismo qualsiasi legame con Gerusalemme e la spianata su cui il re Salomone aveva costruito il suo Tempio, così come con le Tombe dei Patriarchi a Hebron. I Paesi dell'Europa occidentale, membri dell'Unione Europea, preferiscono all’America di Trump l’Iran degli Ayatollah - che non nasconde la sua volontà di distruggere Israele e che fomenta il terrorismo in tutto il Medio Oriente - e forniscono supporto incondizionato tanto ai palestinesi di Ramallah quanto a quelli di Gaza. Abbiamo visto i parlamentari europei a Bruxelles, in piedi, salutare con fragorosi applausi un allucinante discorso antisemita del Presidente dell'Autorità palestinese, che inveisce contro i "rabbini" per aver avvelenato i pozzi palestinesi nella più pura tradizione delle accuse di crimini rituali; non li abbiamo mai sentiti però pronunciare la minima condanna per i ripetuti attacchi di Hamas. Questi stessi Paesi europei, durante gli otto anni della presidenza Obama, hanno sempre permesso al Consiglio di Sicurezza di censurare e condannare Israele. Fino all'arrivo di un nuovo Presidente americano e alla nomina di un nuovo rappresentante in questo Consiglio, che ha bloccato e blocca tuttora, delle decisioni unilaterali e inique contro il governo di Gerusalemme. La stampa benpensante continui pure a denunciare le sue presunte cattive frequentazioni: lo Stato ebraico non rinuncerà ai suoi legami con Paesi che sono, ahimè, gli unici a mostrargli simpatia e comprensione.
Michelle Mazel