Dedicato a chi non conosce la Costituzione degli Stati Uniti
Commento di Antonio Donno
Con il sexgate (il caso Lewinsky), Bill Clinton rischiò l’impeachment. Il Senato americano lo assolse, anche grazie al contributo di una parte dei repubblicani, ma un ruolo fondamentale ebbe la stampa liberal della costa atlantica che difese strenuamente il presidente americano, contribuendo a creare un’opinione pubblica favorevole a Clinton e a influenzare anche una parte dei senatori del Partito Repubblicano. Oggi, invece, nonostante il chiaro successo di Trump, questa stessa stampa continua a martellare sulla questione dell’impeachment per Trump. I riflessi di tale insistenza si riflettono anche su una parte della stampa italiana, che non ha ancora digerito l’esito delle elezioni di medio termine.
Daniele Raineri
Si prenda il caso del “Foglio”. Jeff Sessions, Segretario alla Giustizia, è stato licenziato da Trump, perché si era tirato fuori dalla questione del Russiagate, e sostituito momentaneamente da Matt Whitaker, che al contrario ha dichiarato di voler entrare nel merito della questione, secondo le prerogative che le leggi gli concedono.
Quest’ultima considerazione è fondamentale. Al di là del giudizio politico che si può dare sulla vicenda, il dato cruciale consiste proprio nel fatto che Trump sta utilizzando per la sua difesa tutte le armi che le leggi vigenti americane gli concedono.
Ma questo non è sufficiente per Daniele Raineri, che sul “Foglio” di venerdì scorso insiste sulla questione, ponendo il giudizio politico in una posizione prevalente rispetto alle prerogative presidenziali riconosciute dalla legge americana.
Tutto questo distorce una corretta valutazione dei fatti da parte del lettore, che dalla lettura dell’articolo riceve l’impressione che tutto quello che il presidente americano porrà in atto per difendersi dall’accusa, che probabilmente gli sarà mossa dal procuratore Mueller, sarà un ennesimo atto prevaricatore e, al limite incostituzionale, da parte di Trump e del suo staff. Vediamo quali azioni potrà attuare il Segretario alla difesa Matt Whiteaker: Mueller dovrà chiedere a Whiteker l’autorizzazione a procedere ad altre investigazioni o addirittura ad altre incriminazioni, o ancora a vagliare altre questioni legate alle attività imprenditoriali di Trump: Whitaker potrebbe negare tale autorizzazione. Mueller stilerà il rapporto finale, ma Whitaker potrebbe non renderlo pubblico. Il procuratore potrebbe chiedere di interrogare altri testimoni e di ottenere altri documenti, ma Whitaker potrebbe negarglielo. Infine, Il Segretario alla Giustizia potrebbe licenziare Mueller, in caso ravvisasse qualche violazione del mandato affidato al procuratore. Ma tutto questo rientra totalmente nelle prerogative che le leggi americane attribuiscono al Segretario alla Giustizia e al Presidente.
Siamo alle solite. La stampa tende ad influenzare l’opinione pubblica ponendo sempre più in risalto il proprio giudizio politico su un determinato personaggio al fine di determinare un seguito popolare che può influenzare i decisori in virtù del consenso elettorale che ne può derivare. È la logica della democrazia, ma questo non vuol dire che il valore della legge non sia superiore a qualsiasi altra considerazione di ordine politico, mediatico o di convenienza elettorale.
Antonio Donno