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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.08.2018 Salone del Libro: i 5 Stelle responsabili dello scandalo Iran
Meo Ponte intervista Angelo Pezzana

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 agosto 2018
Pagina: 6
Autore: Meo Ponte
Titolo: «I 5Stelle dietro l'dea dell'Iran ospite al Salone del libro»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA, cronaca di Torino, di oggi 30/08/2018, a pag.6 con il titolo " I 5Stelle dietro l'dea dell'Iran ospite al Salone del libro" l'intervista di Meo Ponte a Angelo Pezzana

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Meo Ponte                                         Angelo Pezzana

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Massimo Bray, pres.del Salone del libro
a Teheran con il ministro della 'cultura' iraniano

“Contrariamente a quanto è stato affermato l’Iran come ospite del Salone del libro di Torino non è un’ipotesi. Il presidente del Salone Massimo Bray, non so se per sua iniziativa o se invitato, si è recato appositamente a Teheran. Basta andare su Internet per trovare le immagini che lo vedono in cordiale colloquio con il ministro della cultura iraniano. Se si tratta quindi solo di un’ipotesi mi pare abbastanza costosa...”
Angelo Pezzana non nasconde la propria indignazione per la possibilità che il Salone del libro torinese abbia come ospite d’onore l’Iran.
“E’ un’idea inaccettabile - sottolinea - i torinesi di origine persiana sono loro stessi contrari: hanno dichiarato che chiunque voglia esprimere la sua opinione in Iran può farlo solo se obbedisce alle regole di un regime che impedisce qualsiasi libertà di parola. E’ un paese dove se una donna si toglie il velo in pubblico viene arrestata, se invita altre donne a farlo finisce in prigione e può sparire nel nulla, dove gli omosessuali sono impiccati ai lampioni delle strade. La politica estera di Teheran che purtroppo in Occidente viene giudicata erroneamente “moderata” minaccia ogni giorni di cancellare Israele. Buona parte del bilancio iraniano è investito in armamenti per destabilizzare gli stati mediorientali sunniti come gli Emirati del Golfo. Un paese del genere è davvero degno di essere invitato al Salone del Libro?”
Secondo lei a chi è venuta questa idea?
“Come ripeteva Andreotti “a pensare male si fa peccato ma sovente ci si azzecca”. Io ricordo una dichiarazione di Beppe Grillo, leader dei Cinque stelle, che, a suo tempo, definiva l’Iran una democrazia perfetta. A Torino comandano ormai i Cinque stelle. Massimo Bray, ufficialmente molto vicino al movimento grillino, si è recato a Teheran mentre il direttore Nicola La Gioia non è stato nemmeno invitato”. Bray ora è anche presidente del Circolo dei Lettori. Che ne pensa? “Penso che si stia creando una sorta di monopolio nel settore della cultura. Ciò che mi indigna davvero però è il silenzio con cui tutto ciò viene accettato. Dalla Regione l’unica reazione sono state il silenzio e una strisciante connivenza. In consiglio comunale l’unico che con coraggio e in totale solitudine è intervenuto contro questa sciagurata eventualità è stato il consigliere leghista Fabrizio Ricca, altri, più ipocriti, sono usciti dall’aula al momento della votazione sulla mozione”.
Come vede il futuro del Salone del libro che lei ha fondato nel 1987?
“Nicola La Gioia è un grande direttore ed ha lavorato molto bene. Sono però sacrosante le sue preoccupazioni per l’edizione del prossimo anno che, nonostante le dichiarazioni ottimistiche, è ancora in forse. Da mesi non vengono pagati gli stipendi, non sono saldati i debiti con le imprese fornitrici”.
Milano può avere il sopravvento su Torino?
“Come sempre Milano ha provato a fare concorrenza a Torino. Senza però riuscirci. Il pericolo però non è Milano. Il rischio è che il Salone de libro lasci Torino dato che lo stesso marchio dell’evento è in vendita”.
Lei fu uno degli ideatori del Salone di Torino. Come le venne l’idea?
“Come libraio andavo ai vari saloni internazionali come Francoforte. Ero consigliere regionale per il partito radicale e proposi l’idea che fu subito accolta da Guido Accornero. L’ingegner Bertolotti di Torino Esposizioni ci diede cento milioni di lire. Cominciammo così: Accornero curava la parte finanziaria e organizzativa, io i rapporti con gli editori. E fu subito un successo. Era quindi logico che passasse nelle mani delle istituzioni pubbliche. Ed è stato un successo sino a quando tutto è rimasto nelle mani del duo formato da Ernesto Ferrero e da Rolando Picchioni. Quando li hanno sostituiti è iniziato il disastro. Nicola La Gioia, il direttore attuale, pur essendo un intellettuale ha indubbiamente riportato il Salone ai successi di un tempo ma credo che i suoi sforzi si infrangano contro le logiche della lottizzazione politica”

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corrieretorino@rcs.it

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