Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/07/2017, a pag. 13, con il titolo "Un manager per risollevare i laburisti", il commento di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Avi Gabbay
Ambientalista, imprenditore, manager di Stato, ex militante di un partito di centro, ex ministro in un governo di centrodestra. Il vincitore delle primarie del Partito laburista israeliano è un misto di Tony Blair ed Emmanuel Macron, lontano mille miglia dai militanti della sinistra tradizionale ma forse proprio per questo in grado di rilanciare un partito moribondo dalla tragica fine di Yitzhak Rabin. E proprio a Rabin, Avi Gabbay dice di ispirarsi, con una piattaforma molto più di sinistra del suo curriculum, con aperture ai palestinesi persino su Gerusalemme, della quale si dice disposto a cedere alcuni sobborghi per farne la capitale del futuro Stato palestinese. Avi Gabbay ha battuto al ballottaggio, 52 per cento a 48, il favorito Amir Peretz, ex ministro della Difesa e segretario del sindacato nazionale, uomo dell’apparato. Ma i 30 mila iscritti che sono andati a votare, su 52 mila, volevano una rottura netta dopo gli anni grigi di Isaac Herzog, incapace di incarnare un’alternativa al premier Benjamin Netanyahu e neppure di mettersi d’accordo con lui per un governo di coalizione più spostato al centro.
Avi Gabbay, classe 1967, con Netanyahu ha lavorato un anno, dal 2015 al 2016, come ministro dell’Ambiente. Molto popolare, soprattutto per il risanamento della baia di Haifa. Per andare al governo ha rotto con il suo partito, il centrista Kulanu, poi ha lasciato l’esecutivo in polemica con la nomina di Avigdor Lieberman a ministro della Difesa ed è passato al Labour. Gabbay ha iniziato la sua carriera al ministero delle Finanze, usato come trampolino per conquistare la guida della compagnia di telecomunicazioni statale Bezeq. È stato un risanatore implacabile, molto criticato per essersi aumentato lo stipendio mentre tagliava posti di lavoro, ma che comunque ha rimesso in piedi l’azienda. Come Macron crede fortemente nella «transizione ecologica», un modo di unire business, difesa dell’ambiente, lotta ai cambiamenti climatici. Per battere Netanyahu ha al massimo due anni di tempo e dovrà «ristrutturare» pesantemente il Labour. Ha usato il suo partito precedente, il Kulanu, come un «taxi», ma il Labour, l’HaAvoda, è una gloriosa corazzata, per quanto arrugginita, e dovrà usare più riguardo.
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