Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/05/2017, a pag. 19, l'articolo "Barghouti in sciopero della fame. Israele: 'No, mangia. Ecco il video'".
Rimandiamo al commento di Deborah Fait, pubblicato oggi in altra pagina su IC.
Ecco l'articolo:
Una immagine del video che mostra Marwan Barghouti mentre mangia una merendina
Dal 17 aprile centinaia di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane sono in sciopero della fame. Hanno iniziato chiedendo condizioni di detenzione migliori, ma naturalmente presto la protesta è diventata un’azione politica contro Israele a cui si sono associati i movimenti politici palestinesi. La protesta ha avuto alti e bassi, da pochi giorni per esempio alcune centinaia di detenuti vicini ad Hamas hanno deciso tutti insieme di sospendere lo sciopero, rispondendo a un ordine arrivato dai loro capi. Continuano a protestare i prigionieri vicini ad Al Fatah, primo fra tutti Marwan Barghouti, considerato il possibile leader di una nuova dirigenza palestinese dopo Abu Mazen. Il problema è che il Servizio Prigioni israeliano l’altro ieri ha diffuso due video ripresi nella piccola cella del palestinese in cui un prigioniero furtivamente scarta e mangia due barrette di cioccolato. È Barghouti che si muove a stento nei pochi centimetri quadrati della sua cella: a un certo punto si siede sulla tazza del water e quasi si nasconde dietro una piccola porticina per mangiare la barretta.
Gli israeliani che hanno visto il video diffuso dal Servizio Prigioni, hanno riconosciuto immediatamente di cosa si tratta dal colore verde brillante della carta: è una barretta di Tortit, una delle più diffuse in Israele. Barghouti è in prigione perché è condannato a 5 ergastoli e ad altri 40 anni perché accusato di aver organizzato alcuni assassinii durante una delle fasi calde dell’intifada palestinese. Anche prima di entrare in carcere era considerato comunque un possibile leader capace di farsi posto dietro il gruppo che è ancora attorno ad Abu Mazen. Ieri la moglie ha risposto infuriata alla diffusione del video, sostenendo semplicemente che è un «falso, messo in piedi per abbattere il morale dei prigioneri palestinesi».
Il servizio penitenziario israeliano non spiega come Barghouti sarebbe entrato in possesso del cibo, ma è possibile che siano stati gli israeliani stessi a passare biscotti e barretta al palestinese. Nessuna spiegazione anche sul fatto che le immagini dell’uomo siano state fatte uscire all’esterno della prigione senza nessun rispetto per la privacy del prigioniero, una accortezza che fra israeliani e palestinesi è certamente in fondo alla lista dei diritti che andrebbero rispettati. La moglie di Barghouti dice che «questi trucchi per spezzare il morale dei prigionieri mostrano il fallimento di Israele». Il suo avvocato, Elias Sabbagh, parla invece di «guerra psicologica e sui media», spiegando che «non posso dirvi cosa pensa Barghouti perché non me lo lasciano vedere».
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