Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 02/12/2016, a pag. 12, con il titolo "Dall'Italia un altro schiaffo a Israele", l'analisi di Fiamma Nirenstein; dal MANIFESTO, con il titolo "Un voto 'allucinante' bis: l'Italia condanna Israele", il commento di Chiara Cruciati.
Ecco gli articoli:
IL GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "Dall'Italia un altro schiaffo a Israele"
Fiamma Nirenstein
Questa si chiama persecuzione del popolo ebraico, se qualcuno ancora non l'avesse capito, e poiché il mondo ne ha una certa esperienza, dovrebbe fermarsi a pensare. Infatti ci risiamo e con maggiore orrore e scandalo, dato che errare è umano, ma perseverare è diabolico. L'assemblea generale dell'Onu, come spinta da un tic, ha votato di nuovo una risoluzione su Gerusalemme che usa solo la terminologia e la logica araba e musulmana e condanna Israele per il solo fatto di essere a Gerusalemme. Una risoluzione ricalcata su quella dell'Unesco, sulla quale poi c'è stato, specie da parte dell'Italia, un gran battersi il petto. Di 193 stati, 147 hanno votato per la risoluzione, contro Israele, 7 hanno votato contro e 8 si sono astenuti. L'Italia che ha fatto? Uno si immaginerebbe che si sia opposta, dopo che Renzi aveva dichiarato il suo dispiacere perché si era astenuta in occasione del voto all'Unesco che negava agli ebrei ogni retaggio su Gerusalemme.
Invece, proprio per quell'automatismo che il primo ministro lamentava come la causa del voto all'Unesco, quasi tutti gli stati europei hanno votato a favore, Italia con Francia, Germania, Inghilterra. I pochi cuor di leone che hanno detto no sono stati, oltre a Israele, Stati Uniti, Canada, Isole Marshall, Micronesia, Nauru e Palau. Questa risoluzione è un bubbone nel buon senso del mondo, anche nella sua dignità e capacità di difendersi dall'attacco dell'islamismo. Presentata da una schiera di paesi islamici (Algeria, Bahrain, Egitto, Irak, Autorità Palestinese, ma anche Indonesia e repubblica democratica del Lao) è stata votata insieme a altre sei risoluzioni più di odio che di condanna per celebrare il giorno dedicato ai palestinesi. Essa dice che «ogni azione intrapresa da Israele, il Paese occupante, per imporre le sue leggi, la sua giurisdizione, amministrazione sulla città santa di Gerusalemme, sono illegali e quindi nulle e vuote e non hanno validità quale che sia», e quindi si chiama Israele «a cessare ogni e qualsiasi misura unilaterale».
La risoluzione spinge a pensare che occorre dare mano libera al terrorismo perché spazzi via da Gerusalemme nel sangue più civili possibili, e si estenda verso le capitali europee. Sembra che questa sia l'intenzione di questa e migliaia di risoluzioni dell'Onu contro gli ebrei, mentre i veri violatori dei diritti umani come Siria, Arabia Saudita o Cina vengono ignorati.
IL MANIFESTO - Chiara Cruciati: "Un voto 'allucinante' bis: l'Italia condanna Israele"
Fa festa il Manifesto per le sei risoluzioni contro Israele approvate ieri dall'Onu, con il voto favorevole dell'Italia. Il tono di Chiara Cruciati gronda odio e ostilità non solo contro Israele, ma anche contro gli ebrei in generale, poiché esclude ogni legame dell'ebraismo con Gerusalemme, che al contrario viene definito unicamente "terzo luogo santo dell'islam".
E' ormai appurato che nei quadri dell'amministrazione e della diplomazia italiana prevale terzomondismo e opposizione contro lo Stato ebraico, ci aspettiamo da parte della politica seria un intervento per cambiare le cose.
Ecco l'articolo:
Gerusalemme è la capitale di Israele
Forse troppo preso dall'allucinante campagna referendaria, al premier Renzi è sfuggita un altro «allucinante» fatto: il 30 novembre, due giorni fa, l'Italia ha votato a favore di sei risoluzioni assunte dall'Assemblea Generale dell'Onu su Israele e Palestina. Tra queste ce n'è una su Gerusalemme e l'aperta opposizione del Palazzo di Vetro alla sua occupazione da parte israeliana.
NIENTE DI NUOVO, di risoluzioni che ribadiscono da 50 anni che Tel Aviv ha occupato militarmente e illegalmente la Città Santa, città internazionale per l'Onu, ce ne sono a bizzeffe. Tanta carta, zero fatti. Ma qui ad emergere è il nuovo scivolone del governo italiano. Perché un mese e mezzo fa Renzi si scagliò contro la diplomazia italiana che si era astenuta nella votazione sulla risoluzione Unesco che condannava le violazioni compiute da Israele a Gerusalemme. «È stato un errore, la risoluzione è allucinante. Non si può continuare con queste mozioni, una volta all'Onu, una volta all'Unesco, contro Israele. Ho chiesto espressamente ai nostri di smetterla con queste posizioni. Se c'è da rompere su questo l'unità europea che si rompa», aveva sbraitato il primo ministro super-europeista ma disposto a chiudere bottega per l'amico israeliano. A quanto pare, però, i «nostri» non hanno capito e mercoledì hanno addirittura votato a favore di sei risoluzioni che dicono esattamente quello che l'Onu dice da cinque decenni: Israele è una forza di occupazione.
Ma a peggiorare la situazione c'è proprio la risoluzione su Gerusalemme, che ricalca quella Unesco. Ancora ci si chiede se Renzi l'abbia davvero capita quella mozione, assolutamente coerente con il diritto internazionale: tutelare un patrimonio mondiale, la Città Santa, le sue ricchezze architettoniche e storiche, le sue radici. Secondo Tel Aviv l'Unesco puntava — con scopi politici — a negare i legami dell'ebraismo con Gerusalemme e il Muro del Pianto, quando in realtà ribadiva la contrarietà agli abusi delle autorità israeliane, in particolare contro la Spianata delle Moschee, e il tentativo palese di modificarne lo status quo. Pratiche di lungo periodo: raid, attacchi, arresti nel terzo luogo dell'Islam, ma anche l'autorizzazione ad entrare a gruppi estremisti ebraici come mera provocazione e gli scavi che — quasi in segreto — Tel Aviv porta avanti da tempo sotto il sito religioso.
LA DIPLOMAZIA ITALIANA, è probabile, ha capito bene il contenuto e ha votato mercoledì in linea con la posizione ufficiale di Roma sul conflitto. Nello specifico, la risoluzione su Gerusalemme, A/71/L.22, passata con 149 sì, 7 no e 8 astenuti, «reitera la determinazione (dell'Assemblea Generale, ndr) per la quale tutte le azioni intraprese da Israele, il Potere occupante, volte a imporre le sue leggi, la sua giurisdizione e la sua amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme sono illegali e dunque nulle e prive di validità e chiede a Israele di interrompere immediatamente tutte le misure illegali e unilaterali». Ovvia la voce che si è alzata dallo scranno israeliano: sostenere le risoluzioni significa non aiutare la pace, ha detto l'ambasciatore Danon. Che se l'è presa anche con il presidente dell'Assemblea Generale: durante le votazioni (indette nell'ambito della sessione speciale che si tiene ogni anno il 29 novembre in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese) Peter Thompson ha indossato una sciarpa con i colori della bandiera palestinese.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Il Giornale 02/85661
Il Manifesto 06/689191, oppure cliccare sulle e-mail sottostanti