lunedi` 18 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Avvenire - Il Manifesto Rassegna Stampa
09.11.2016 Avvenire e il Manifesto: gli organi dell'odio contro Israele in Italia
La disinformazione sistematica del quotidiano dei vescovi e di Michele Giorgio su quello comunista

Testata:Avvenire - Il Manifesto
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Palestinese condannato: scioperano gli studenti - Ragazzino palestinese condannato a 12 anni di carcere»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 09/11/2016, a pag. 15, la breve "Palestinese condannato: scioperano gli studenti"; dal MANIFESTO, a pag. 9, con il titolo "Ragazzino palestinese condannato a 12 anni di carcere", il commento di Michele Giorgio.

Avvenire e Il Manifesto vanno sempre a braccetto nella disinformazione e nella diffusione di odio contro Israele. Anche oggi la storia non cambia e i due articoli più infamanti vengono pubblicati sul quotidiano dei vescovi e su quello comunista.

Il tono dei pezzi è ostile a priori allo Stato ebraico. Inoltre solo leggendo i testi, e non i titoli, si capisce che lo "sciopero" è avvenuto a Gaza, in un contesto perciò controllato in modo ferreo e feroce dai terroristi di Hamas: non si tratta certo di una manfestazione spontanea, dunque, ma solo di una messa in scena pilotata.

Definire la protesta in difesa di un terrorista accoltellatore "sciopero", come se si trattasse di una pacifica manifestazione studentesca, è del tutto fuorviante. I titoli invece insistono proprio su questo e sull'età del terrorista, definito "ragazzino".

Ecco gli articoli:

AVVENIRE: "Palestinese condannato: scioperano gli studenti"

Immagine correlata

Gerusalemme. Con un'iniziativa insolita decine di allievi palestinesi hanno rinunciato ieri a Gaza a seguire le lezioni nelle loro classi e hanno invece inscenato un sit-in di fronte agli uffici dell'Onu per protestare contro una condanna detentiva inflitta da un tribunale israeliano ad un loro coetaneo, il 14enne Ahmad Manasra. Lo riferisce la agenzia di stampa palestinese Maan. Manasra è stato condannato a 12 anni di detenzione per aver partecipato, un anno fa a Gerusalemme est, ad un attacco armato contro due passanti ebrei disarmati, feriti in modo grave.

IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Ragazzino palestinese condannato a 12 anni di carcere"

Immagine correlata
Michele Giorgio

Immagine correlata

Sono scesi in strada a centinaia ieri gli studenti di Gaza city, per protestare contro la condanna a 12 anni di carcere inflitti due giorni fa dai giudici israeliani al 14enne Ahmad Manasra, per il ferimento di due israeliani, uno dei quali, un ragazzo, in modo grave. Manasra un anno fa partecipò, nella colonia israeliana di Pisgat Zeev, nella zona araba di Gerusalemme est, a un attacco con coltelli assieme a suo cugino poi ucciso dagli spari di un passante. Lui rimase ferito e un filmato lo mostró a terra con intorno alcuni israeliani che ne invocavano la morte. In altro video, diffuso qualche tempo dopo, il ragazzo palestinese appare in lacrime e impaurito mentre è sottoposto a un duro interrogatorio.

Da parte israeliana non si è mai fatto mistero di voler infliggere a Manasra una punizione «esemplare». La sua famiglia dovrà inoltre risarcire il ragazzo aggredito e ferito con 180 mila shekel, oltre 40 mila euro. Per l'avvocatessa della difesa Lea Tzemel la condanna è «inconcepibile». I giudici, ha spiegato, «hanno totalmente ignorato 50 anni di occupazione militare» dei territori palestinesi, ossia lo sfondo del ferimento del ragazzo israeliano. Uno sfondo che il governo Netanyahu sembra negare, come se non esistesse. E prova anche a limitare lo spazio di manovra a chi vuole rilanciare il negoziato israelo-palestinese con una formula diversa da quella bilaterale, totalmente fallimentare, che assieme agli Stati Uniti ha imposto nei passati 23 anni.

Israele ha confermato il suo secco «no» alla proposta francese di una Conferenza internazionale per riavviare entro fine anno le trattative. A differenza dell'Anp che ieri ha ribadito il suo appoggio. Parigi invierà gli inviti per l'incontro il mese prossimo nonostante il rifiuto israeliano. Netanyahu sa di non essere isolato, anzi, e adesso vuole che il nuovo presidente americano faccia in modo da bloccare una presunta intenzione di Obama di appoggiare l'iniziativa francese. E il premier israeliano ieri ha celebrato il voto con cui l'assemblea dell'Interpol ha respinto la richiesta della Palestina di entrare nell'organizzazione come Stato membro. Il ministero degli affari esteri e la polizia israeliana, in un comunicato congiunto, hanno denunciato «il tentativo dei palestinesi di politicizzare un'organizzazione professionale».

La spina nel fianco di Netanyahu resta l'Unesco. Dopo la recente risoluzione che ha ribadito lo status di Israele come potenza occupante a Gerusalemme Est, la delegazione palestinese all'Unesco chiede ora la restituzione dei Rotoli del Mar Morto scoperti nelle grotte di Qumran. Sono stati trovati in terre occupate (Cisgiordania) e pertanto, ha spiegato la delegazione, rientrano nel retaggio storico dei palestinesi.

Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Avvenire 02/6780510
Il Manifesto 06/687191
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@avvenire.it
redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT