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Italia Oggi Rassegna Stampa
06.10.2016 Antisemitismo a Monaco: ristorante ebraico costretto a chiudere
Analisi di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 06 ottobre 2016
Pagina: 16
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Costretto a chiudere ristorante ebreo a Monaco»

Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 16, con il titolo "Costretto a chiudere ristorante ebreo a Monaco", l'analisi di Roberto Giardina.

A destra: il ristorante ebraico di Monaco

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Roberto Giardina

Ogni giorno in Germania chiuderanno qualche decina di locali, e altrettanti se ne riaprono, ma “Die Welt” in un lungo articolo si chiede: “Warum ein jüdisches Lokal in München dicht macht?”, perché un locale ebraico a Monaco è costretto a chiudere. Dopo sedici anni, lo “Schmock” nel quartiere di Maxvorstatd era diventato un´istituzione nella capitale bavarese, ma il proprietario Florian Gleibs, 46 anni, chiude perché aveva “die Schnauze voll”, le scatole piene, in libera traduzione. “Ne ho abbastanza di tutte queste critiche agli ebrei e a Israele. L´antisemitismo in Germania è più avvertibile oggi, rispetto anche a un passato recente”. Due anni fa, a Monaco scesero in strada a protestare per Gaza, ricorda, e urlavano “ebreo, vile maiale, vieni fuori.”

Al posto di “Schmock”, Gleibs aprirà un ristorante laotiano: specialità orientali invece che mediterranee. Da ragazzo, racconta, frequentò per due anni un collegio ad Haifa, ma non possiede il passaporto israeliano. Per gli ebrei è diventato più difficile e pericoloso vivere in Germania? come ha denunciato Charlotte Knobloch, presidente della comunità israelitica di Monaco. Le critiche alla politica di Israele nascondono in realtà il sempre latente antisemitismo. Secondo una ricerca della Freie Universität di Berlino, il trenta per cento di quanti si riconoscono nei movimenti di estrema sinistra ritengono che “gli ebrei avrebbero sempre troppo potere.“ Da due anni, dice Gleis, ho cominciato a perdere i clienti: “I tedeschi hanno paura o si vergognano di odiare gli ebrei, ma non hanno scrupoli nel dichiarare di non sopportare Israele”. La sua opinione è condivisa dal Verfassungschutz, letteralmente l´ufficio per la difesa della costituzione, uno dei tre servizi segreti tedeschi, addetto alla sorveglianza interna.

“Anche gli estremisti di destra attaccano Israele”, dice Markus Schäfert, responsabile per la Baviera, ciò non è altro che ben mascherato antisemitismo. Si sostiene di criticare Israele, ma se ne mette in discussione il diritto a esistere”. Il Bayerische Landeskriminalamt, la sezione criminale della polizia di Monaco, ha registrato nel 2015 tre atti di violenza con chiari motivi antisemiti. “Sembra poco”, commenta “Die Welt”, “ma la realtà non si può ridurre in cifre…” Molto più alto è il numero di piccole violenze, di pressioni, di minacce e di insulti che non vengono denunciati. E il patron dello Schmock, racconta: “Clienti, anche di vecchia data, continuano a chiamarmi, mi urlano voi ebrei di merda, uccisori di bambini…vi spediamo nelle camere a gas”. Prima essere ebreo non era un tema, e poi all´improvviso è tornato ad essere un problema, continua. Ha aperto il ristorante nel Duemila perché la cucina israeliana è molto simile a quella italiana meridionale, che piace ai tedeschi, in particolare ai bavaresi.

“Poi i clienti hanno cominciato a prendermi per responsabile di quelli che secondo loro erano errori commessi da Israele, ogni sera ero costretto a giustificarmi.” Per reazione ha appeso un cartello in vetrina: “Noi non ci occupiamo di politica”, non è servito a nulla. Gli estremisti tedeschi non fanno distinzione, dichiara Markus Schäfert. A Monaco, Pegida, il movimento razzista e violento che attacca i centri profughi, minaccia anche turchi e gli ebrei “tutti raus”, fuori dalla Germania ariana. In Internet, continua il responsabile del Verfassungsschutz, vengono diffusi appelli al boicottaggio contro prodotti israeliani.

Il ministro agli interni, il socialdemocratico Heiko Maas, dichiara di essere preoccupato “però non interviene”, scrive “Der Spiegel”. All´inizio, Geisl ha cercato di reagire con umorismo, citando lo slogan nazista: “Deutsche, kauft nicht bei Juden”, tedeschi non comprate dagli ebrei, e lo ha cambiato in “Deutsche esst bei Juden”, tedeschi mangiate dagli ebrei. A Marian Offman, 68 anni, consigliere comunale dei cristianosociali e membro del direttivo alla Comunità ebraica, la pubblicità non piacque. Ma oggi si rammarica della chiusura del locale, e ammette che la violenza radicale aumenta in modo preoccupante, in particolare secondo una ricerca dell´Universitá di Lipsia, in Baviera, dove iniziò la carriera di Hitler. Su 35mila ebrei che vivevano nella regione, ricorda Offmann, solo alcune centinaia sono sopravvissuti all´olocausto. A Monaco, su 10mila, 4500 furono uccisi, gli altri riuscirono a fuggire: “E´una ferita nella storia della città che è ancora aperta.”

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