Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 04/09/2016, a pag.VII della cronaca torinese, con il titolo "Da Torino al Kurdistan il video dell'antagonista che ora combatte l'Isis"il pezzo di Jacopo Ricca su tale Davide Grasso, oggi quasi 40nne, tutta una vita dalla parte sbagliata, militante dei centri sociali, sostenitore dei fanatici NO TAV che si oppongono all'alta velocità e via di questo passo, finito però, a dispetto della sua lunga carriera di antagonista, a combattere con i kurdi lo Stato islamico, il Califfato. Non è che non avrà capito bene, lo saprà che i kurdi sono in buoni rappoorti con Israele e gli Usa, non si sentirà a disagio con loro? Avrà prevalso il suo essere un po' esagitatoi? anche perchè altri suoi compagni dei centri sociali risultano essersi uniti ai sostenitori del Califfato. Immaginiamo la scena: lui che imbraccia il fucile contro un gruppo di terroristi dell'Isis, spara e ne ammazza qualcuno. Sorpresa! erano Tizio e Caio suoi ex compagni dei centri sociali! In preda alla confusione chiede spiegazioni ai kurdi, i quali gli dicono 'ti sei offerto di combattere contro l'Isis, sei venuto da noi, ma che cazzo vuoi adesso". Allora capisce (forse) e in preda al panico non sa più che pesci prendere...
A noi ha fatto piacere leggere le sue critiche a Erdogan, persino alla Mogherini, fantastico!, se la pensa così adesso, gli consigliamo di non ritornare dai vecchi amici dei centri sociali, potrebbero processarlo per alto tradimento, amico degli amici di Israele e dell'Amerika !! Si rifaccia una verginità con i kurdi e poi diventi amico di Israele, se il pentimento è sincero, metteremo una buona parola.
Davide Grasso Jacopo Ricca
Ecco la cronaca:
Dalla lotta contro l’alta velocità in Valsusa alla guerra contro l’Isis nel Rojava, a fianco dei curdi. Da alcuni mesi Davide Grasso, volto storico del centro sociale Askatasuna e militante No Tav, ha lasciato Torino e l’Italia per unirsi alle Ypg, le brigate dell’esercito che combattono contro le forze del Califfato nel nord della Siria. È lui il primo piemontese che si trova a combattere sul fronte siriano dove si tenta di sconfiggere lo Stato islamico. E lo annuncia in un video pubblicato ieri sul web e inviato ai compagni del centro sociale. Dalle indagini dei pm, che hanno ricevuto il video ora acquisito dalla Digos, era già emersa la presenza di diversi combattenti, partiti da Torino per entrare però a far parte dell’Isis. La scelta del trentaseienne, ricercatore di filosofia e allievo di Maurizio Ferraris, è invece diametralmente opposta: «Laggiù c’è lo Stato islamico con i suoi orrori – dice il ragazzo – Noi siamo le forze siriano-democratiche delle unità di protezione popolare». Il filmato di oltre venti minuti mostra Grasso, sempre con il volto coperto da una kefiah, interagire con donne e uomini dell’esercito curdo che si muovono su pick-up e mezzi corazzati, mentre il giovane chiede al premier Matteo Renzi di prendere posizione contro l’attacco dell’esercito turco alle forze curde. «Cinguettare su Twitter quando il sultano Erdogan insulta il nostro paese non basta – attacca Grasso – Il presidente del Consiglio si prenda le sue responsabilità: interrompa le relazioni commerciali, militari e diplomatiche». Il video contiene parole dure contro il leader turco, ma anche contro l’alto commissario Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, per Staffan de Mistura, negoziatore Onu per la pace in Siria, e per il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. Le immagini si chiudono col ragazzo che, al grido di «Hasta la victoria siempre», imbraccia un Kalashnikov e spara in aria in memoria di Valeria Solesin, la ricercatrice italiana uccisa dall’Isis il 13 novembre al Bataclan di Parigi. C’è poi l’appello di un militare curdo che invita i giovani italiani ad arruolarsi nel loro esercito. Parole che potrebbero avere conseguenze penali per Grasso: le Ypg sono storicamente legate al Pkk, il partito per l’autonomia del curdi in Turchia tuttora inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche internazionali. Un fatto che potrebbe far scattare per l’antagonista l’accusa di reclutamento e partecipazione ad attività terroristiche. In passato Grasso è stato accusato per l’occupazione di una ditta impegnata nel cantiere di Chiomonte e per lui è stato spiccato un mandato di cattura: la sua presenza da latitante al Salone del Libro 2013 scatenò molte polemiche, tanto che rinunciò a parteciparvi. Proprio per il suo passato da militante No Tav gli investigatori temono che il suo gesto possa avere ripercussioni a Torino. Anche il senatore Pd Stefano Esposito si dice «preoccupato» da questa notizia: «L’idea che chiunque possa partire, imparare a usare un mitra, tornare in Italia e diventare pure un’icona positiva mi sembra pericolosa. Askatasuna va sgomberato, è un luogo opaco».
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