lunedi` 18 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
03.09.2016 Elezioni Usa: Netanyahu non si schiera
Una scelta in linea con la sua diplomazia

Testata: Il Foglio
Data: 03 settembre 2016
Pagina: 3
Autore: Editoriale
Titolo: «Il silenzio di Netanyahu sull'America»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/09/2016, l'editoriale con il titolo "Il silenzio di Netanyahu sull'America".

Immagine correlata

Per tre ore, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato di tutto – di Israele e del medio oriente, del suo record e dei suoi piani. Un argomento che ha accuratamente evitato con i visitatori americani lo scorso fine settimana, però, è stato quello delle prossime elezioni negli Stati Uniti”. Così ieri il New York Times faceva il punto sul silenzio del solitamente loquace premier israeliano durante il recente briefing con gli ex funzionari della sicurezza americani a Tel Aviv. Quattro anni dopo essere stato accusato di ingerenza nelle elezioni americane perché favorevole all’elezione di Mitt Romney, il leader israeliano questa volta ha fatto voto di silenzio. Come spiegarlo? Col fatto che fra Trump e Clinton Netanyahu non saprebbe chi scegliere: dopo Obama chiunque sarebbe meglio per lo stato ebraico. “Tutti in Israele capiscono che la cosa più importante è tornare al punto in cui siamo stati negli ultimi 68 anni, ovvero a un atteggiamento bipartisan”, ha dichiarato Yair Lapid, leader dell’opposizione in Israele. Durante il suo incontro con una delegazione di ex funzionari della sicurezza nazionale americani, Netanyahu ha espresso forte timore che gli Stati Uniti si stiano ritirando dalla regione e che quel vuoto verrà riempito dalla Russia. Se Hillary Clinton è associata a molti disastri di Obama, Trump è uno sconosciuto che ha criticato l’intervento americano in medio oriente e ha proposto di limitare gli aiuti esteri. Il sentimento a Gerusalemme oggi è questo: “Sappiamo molto su Hillary e sappiamo molto poco di Trump”. Così Israele rimane alla finestra a vedere come va. Mentre il medio oriente tutto intorno viene giù.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT