Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 03/09/2016, a pag.17, con il titolo "Tra i nostalgici dell'Est tentati dall'Afd, l'ultradestra vola nel feudo di Merkel" il reportage di Tonia Mastrobuoni sulle prossime elezioni regionali tedesche.
Più che un reportage, questo di Mastrobuoni è un elenco diviso tra buoni e cattitvi a seconda delle opinioni della scrivente. Meglio sarebbe stato scrivere le posizioni dei diversi partiti, invece di attribuire etichette, a cominciare da quelle della ex DDR.
Ci ha colpito però quando scrive " il mito oscuro dell’invasione islamica". Oscuro ? Ma se persino la stessa Cancelliera ne sta prendendo atto e crediamo non solo per via dei sondaggi elettorali sfavorevoli. Mastrobuoni non ha mai dato una scorsa alle previsioni per i prossimi decenni sulla popolazione musulmana in Germania? Non giova poi all'equilibrio dell'analisi la confusione tra il partito neo-nazi e l'AfD, che di nazi non ha proprio nulla.
Tonia Mastrobuoni
Ecco il pezzo:
Quando Bernd Boettger entra in acqua, sente un grido alle spalle che gli ferma il cuore: «Ehi, con questo freddo c’è ancora uno che fa il bagno!». È notte, non vede un accidente, il campeggio alle sue spalle è immerso nel buio. Per un momento, la paura lo paralizza. Ma ormai non ha scelta. La Stasi lo ha già beccato una volta, lo ha già sbattuto in carcere per otto mesi. Stavolta butterebbe le chiavi. Böttger stringe i denti, si immerge nell’acqua gelida del Mar Baltico, accende il motore del suo strano aggeggio e parte. All’alba, dopo ore che gli sembrano infinite, una nave danese lo issa dall’acqua. Böttger è stremato ma è riuscito a fuggire dalla Germania Est, è salvo. Lo strano aggeggio che l’ex studente di Ingegneria — buttato fuori dall’Università per insubordinazione al regime — ha assemblato con eliche di barche e pezzi di bici a motore si chiama Aquascooter (senza “c”). Farà il giro del mondo, immortalato persino dai film di James Bond. E quella di Bernd Böttger resta una delle più spettacolari fughe dalla Ddr. L’avventura dell’”archimede ribelle” è partita oltre 40 anni fa dal Meclemburgo- Pomerania. Una regione che, di solito, non fa notizia. Se non per i vip che ci vanno in villeggiatura e finiscono nelle cronache rosa. Con i suoi 2mila chilometri di coste, vanta alcuni dei posti di mare più amati del Paese come Rügen o Usedom. Coste e isole che nei secoli passati attirarono pirati e ispirarono alleanze tra città anseatiche come Wismar, ma che di solito sono dimenticate. Il Meclemburgo-Pomerania è il Land più agricolo della Germania; puoi guidare per ore tra le sue enormi foreste di faggio e le pianure sconfinate incrociando pochissime case. Niente grandi città — la più grande è Rostock con i suoi 200mila abitanti. E nel Land vivono appena un milione e mezzo di tedeschi per un’area grande quanto la Lombardia. Domenica, però, rischia di fare molto rumore. I sondaggi delle elezioni in Meclemburgo sembrano prefigurare scenari da incubo che stanno turbando i sonni a tanti. A partire da Angela Merkel, che ha il suo collegio elettorale qui. O Joachim Gauck: il presidente della Repubblica era un pastore protestante di Rostock, negli anni del Muro. La Alternative für Deutschland, la destra populista capeggiata da Frauke Petry, è al 23 per cento nei sondaggi. Ha superato persino con la Cdu, è a un filo dalla Spd. Secondo alcuni, potrebbe diventare il primo partito. Sarebbe la prima volta nella storia e una grana immensa per la cancelliera. Il governatore socialdemocratico, Erwin Sellering è talmente nervoso che negli ultimi giorni l’ha accusata apertamente di aver alimentato il voto della destra populista, con la sua politica sui profughi. «Lo chieda a Merkel, che fine hanno fatto i “paesaggi in fiore” che ci aveva promesso Kohl », ci sibila una signora che vende aringhe e anguilla affumicata al porto di Wismar. «Qui abbiamo molti più disoccupati che nell’Ovest e i politici si ricordano di noi solo quando si vota ». Nel Meclemburgo il tasso di disoccupazione è una volta e mezzo quello nazionale, circa il 10 per cento, ma in alcune zone della Pomerania, vicino alla frontiera polacca, tocca il 20 per cento. Soprattutto, in una regione contadina, è ovvio che la Ostalgie si combina con la rabbia contro le sanzioni contro la Russia che sta provocando molti danni all’agricoltura. Nonostante una percentuale di migranti ridicola — appena il 2 per cento ha un passaporto straniero e sono soprattutto polacchi — la propaganda anti-profughi, il mito oscuro dell’invasione islamica, ha attecchito. Anche per il lavorìo sotterraneo di una destra neonazista che è ancora forte. Il partito di riferimento dei “bruni”, la Npd, pare abbia perso un punto e mezzo di elettori. Ma tutti a favore dell’Afd. E i cartelli dell’estrema destra infestano comunque tutti i villaggi dell’entroterra, soprattutto nella cosiddetta “Svizzera del Meclemburgo”, con slogan xenofobi. Anche a Lalendorf, un villaggio di 900 anime in piena campagna, quei cartelli hanno invaso le strade. Il sindaco, Reinhard Knaack sorseggia un caffè all’americana nella piccola cucina del suo ufficio. Sei anni fa il suo nome è finito su tutti i giornali perché si è rifiutato di consegnare una medaglia e 500 euro per il settimo figlio di Petra Müller, una neonazista del suo villaggio. Qualche facinoroso lo ha minacciato, lui è finito sotto scorta, ma oggi è più arrabbiato con la cancelliera che con i teppisti neonazi che infestano la sua zona. «Tantissime famiglie di questa regione vengono dall’Est Europa. Vogliono un rapporto normale con quei Paesi e con la Russia. Molti si ricordano la promessa del 1990 di non allargamento della Nato a Est, che poi è stata violata. Vogliono rapporti normali con Putin, anche per motivi economici, per i danni che stanno facendo le sanzioni alla nostra agricoltura». E, aggiunge, «l’unico partito che insiste su questo punto è l’Afd». Knaack è sindaco dal 1994: ex membro della Sed negli anni del Muro, poi della Linke. A un certo punto si sporge in avanti, sussurra con un sorriso malizioso: «Vuole vedere qual è il monumento più visitato qui?». Usciamo dal suo ufficio, attraversiamo un paio di strade e, in mezzo al parco cittadino, scorgiamo un enorme carro armato sovietico. Uno di quelli arrivati a maggio del 1945 a liberare la Germania nazista. «Nel 1992 ho fatto fare un referendum per decidere se tenerlo qui. È stata l’ultima consultazione pubblica tra tedeschi che io ricordi», aggiunge polemico. Tanti sembrano aver dimenticato l’avventura di Böttger, l’inventore dell’aquascooter e la sua ansia di libertà. O Hiddensee, un’isola popolata ai tempi del Muro da dissidenti e oppositori politici, tuttora amata da molti scrittori. Era il rifugio degli “esiliati interni”, dei naufraghi del comunismo, ha ispirato uno dei romanzi più belli degli ultimi anni, Kruso, di Lutz Seiler. Ma la Ostalgie, la nostalgia della Germania comunista, è un morbo che sta tornando a infestare tante teste.
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