Riprendiamo dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 07/08/2016, a pag.15, con il titolo "Tensione sul bus: il Libano rifiuta gli atleti israeliani" la cronaca di Riccardo Crivelli.
La delegazione d'Israele alle Olimpiadi Riccardo Crivelli
La notizia non ha destato attenzione nei nostri media, poche righe o nulla. Il merito della Gazzetta dello Sport va al suo direttore, Andrea Monti, da sempre attento verso anti-semitismo e anti-sionismo. A sapere quanto è avvenuto in Brasile saranno i lettori-tifosi della Gazzetta, un demerito a tutte le altre testate.
Andrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport
Un autobus per rinfocolare una guerra che sembra non voler finire mai. Israele e Libano sono formalmente due paesi in conflitto tra di loro e che non intrattengono alcun tipo di relazioni diplomatiche. Così, può accadere che un momento di gioia collettiva come la partecipazione alla cerimonia inaugurale dell'Olimpiade diventi il pretesto per una nuova sfida tutta politica tra le due delegazioni. Non è una situazione nuova, neppure nel consesso sportivo più alto: basti pensare al judoka iraniano che si rifiutò di affrontare un rivale israeliano ad Atene 2004 e al rientro in patria venne premiato con gli stessi soldi delle medaglie d'oro. L'incendiaria situazione mediorientale è da decenni un focolaio di tensioni insanabili tra paesi arabi e Stato ebraico.
Così, quando l'altra sera un gruppo di atleti di Israele ha provato a salire su un pullman dell'organizzazione che portava al Maracanà, i libanesi già all'interno del mezzo hanno obbligato l'autista a tenere chiuse le porte, come conferma il capo della spedizione Salim al-Haj Nicolas: «Sono stato io a richiedere che non salissero, ma loro continuavano ad insistere». Un velista israeliano Udi Gal ha postato su Facebook la sua versione dei fatti: «E' successo che ci siamo trovati a dividere il bus con i libanesi, ma quando se ne sono resi conto non ci hanno fatto salire. E noi non potevano cambiarlo per motivi di protocollo e di sicurezza, perciò se non ci volevano dovevano cambiare mezzo loro».
Versione rigettata dalla controparte: «Il bus era assegnato alla nostra delegazione, ma loro volevano farci deliberatamente scendere ad ogni costo». Alla fine, la situazione si è risolta assegnando a ciascun team un pullman diverso, ma si è sfiorato davvero l'incidente internazionale: «Gli israeliani mischiano sempre sport e politica», il commento libanese. La replica: «Un comportamento che rappresenta l'esatto opposto dei valori dell'olimpismo, la delegazione libanese non ha nulla da dire in proposito?». Guerra, sempre guerra, infinita guerra.
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