Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/08/2016, a lag.28, con il titolo "Se Fatah rivendica gli israeliani ammazzati come spot elettorale", il commento di Davide Frattini.
Al commento di Frattini aggiungiamo del nostro. Se Abu Mazen, per avere i voti dei palestinisti, fa propria l'ideologia di Hamas - ammazza più ebrei che puoi - vorremmo capire:
1) perchè l'Anp viene ancora considerata dal mondo Occidentale un partner per la pace con Israele, tanto varrebbe rivolgersi all'originale e non alla sua fotocopia
2) le dichiarazioni di Abu Mazen non sono una novità, ce ne sono anche di peggiori, allora perchè da Bergoglio in giù (o in sù) continua a ricevere abbracci e standing ovation?
Ecco il commento di Davide Frattini:
Davide Frattini
Essere un partito di lotta e di governo rischia di accartocciare le convinzioni. «Abbiamo ammazzato n mila israeliani, abbiamo sacrificato 170 mila martiri». Una delle tante pagine ufficiali del Fatah ha scelto di elencare questi «successi» per attrarre i palestinesi indecisi che fra due mesi votano alle elezioni municipali. Il movimento fondato da Yasser Arafat ha voluto sorpassare in corsia del terrore i fondamentalisti di Hamas, avversari politici. Che i numeri siano iperbolici e lontani dalla realtà è meno sconcertante della decisione di esaltare la morte — dei «nemici» o la propria nel tentativo di eliminarli — e di scommettere che possa conquistare nuovi sostenitori. Il presidente Abu Mazen, che da Arafat ha ereditato anche la guida della fazione, ripete di voler riaprire i negoziati di pace congelati (ormai ibernati) dall'aprile del 2014. Ai diplomatici stranieri spiega di essere contro la violenza: è quello che gli riconosce l'intelligence militare israeliana, negli undici anni al potere ha dato ordine ai suoi poliziotti di contrastare gli attacchi. Poche settimane prima della seconda Intifada, Arafat aveva proclamato in un discorso da Ramallah «milioni di martiri marceranno su Gerusalemme» per poi delineare in un editoriale sul «New York Times» la sua visione della convivenza tra i due popoli. Benjamin Netanyahu, il premier israeliano, accusa anche il successore Abu Mazen di parlare due lingue: l'inglese della conciliazione e l'arabo dell'ostilità intransigente. Manifesti come quello pubblicato su Facebook — tradotto dall'organizzazione Palestinian Media Watch che monitora le dichiarazioni anti-semite o anti-israeliane — possono solo approfondire il sospetto reciproco.
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