Da anni - e ancora in questi giorni - i quotidiani italiani utilizzano a sproposito il termine "radicale" in riferimento al terrorismo e ai terroristi islamici. E' un modo per evitare di pronunciare o scrivere quella parola fatidica, "islamico" appunto, senza la quale il terrorismo assume contorni vaghi e imprecisi.
"Radicale" è calco dall'inglese "radical", ma i due termini hanno significati differenti: il secondo, opposto a 'liberal', che significa progressista, indica "estremista", e così dunque andrebbe tradotto.
I jihadisti che compiono attentati in tutto il mondo non sono "radicali" ma estremisti (islamici) e terroristi (sempre islamici): fino a quando l'informazione non sarà corretta, rinunciando finalmente alle lusinghe del politicamente corretto, non riusciremo a mettere a fuoco il problema, figuriamoci ad affrontare una guerra.
IC redazione