Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 14, con il titolo "Silenzio sui reati dei migranti", il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
In un giornale, o alla radio e alla Tv, si può indicare la nazionalità di chi commette un reato? Per il Presserat, il consiglio della stampa, qui non esiste l´Ordine dei giornalisti, non è lecito. Ma a volte secondo i cronisti sarebbe indispensabile per comprendere la notizia. Anzi, aggiungono, in casi limite, la nazionalità del protagonista del fatto di cronaca, colpevole è vittima, “è “ la notizia.
Del problema si discute anche da noi: si indica subito se il guidatore che ha falciato un passante, ubriaco e senza patente, è un rom, o uno straniero. Si potrebbe tacere o no? Quand´ero un cronista alle prime armi, decenni fa, a Torino, si metteva subito in risalto nel titolo, se il responsabile di un reato più o meno grave fosse un “napoli”, come venivano indicati gli immigrati dal nostro sud. Tutti uguali, da Roma in giù. Forse anche Roma compresa. Extracomunitario era un termine ancora da nascere, e gli stranieri erano rarissimi.
Se in un fatto di cronaca nera, non si precisava dove fosse nato il presunto colpevole, si poteva essere certi che fosse torinese, o piemontese. Il Presserat ha ammonito la “Sächische Zeitung”, il quotidiano della Sassonia, che appartiene al gruppo “Gruner + Jahr”, per aver violato la norma di riservatezza: rivelare la nazionalità, sarebbe già indice di razzismo. Ma il giornale non desiste: l´informazione deve essere completa. E, aggiunge il direttore, Uwe Vetterick, rispettare la privacy è in realtà un boomerang, e si ottiene l´effetto contrario. La sede del giornale è a Dresda, proprio la roccaforte di Pegida, il gruppo di estrema destra, responsabile degli attacchi a diversi centri di accoglienza dei profughi, in città e nella regione.
Sembra un paradosso ma, spiega lo Chef Redakteur, direttore in tedesco, il “Pressekodex” è pericoloso, se non si precisa dove è nato il protagonista del reato, i lettori sospetterebbero che siano tutti stranieri, e non è così. Inoltre, dopo le violenze della notte di San Silvestro a Colonia, giornali, radio e tv, taciuti per cinque giorni, giornali, radio e tv, sono stati accusati di colpevole censura: Lügenpresse, stampa bugiarda, la credibilità dei mezzi d´informazione è precipitata. E anche la polizia è sotto accusa: gli agenti avrebbero ricevuto l´ordine di non intervenire contro gli stranieri se non in casi gravi, ad evitare l´accusa di razzismo.
L´Afd, l´Alternative für Deutschland, il nuovo partito che conquista consensi a scapito di socialdemocratici e cristianodemocratici, si distanzia da Pegida, ma cavalca le critiche alla politica delle frontiere aperte di Angela Merkel. Rendere noti i reati commessi dai profughi, danneggerebbe i partiti della Grosse Koalition?
Giovanni Di Lorenzo, di doppio passaporto italiano e tedesco, il direttore del settimanale “Die Zeit”, ammette: “Sulla questione dei profughi noi della stampa ci siamo comportati male, invece di rispettare il nostro ruolo di osservatori della realtà, abbiamo partecipato agli eventi, diventando sostenitori di una tesi.” Accoglienza a tutti i costi, tacendone alcune conseguenze prevedibili? Non si può certo sospettare di razzismo Di Lorenzo, e “Die Zeit”. Anche le vittime preferiscono tacere pur di non venir accusate di razzismo. A Kassel alcune studentesse sono state molestate sui mezzi pubblici da giovani arabi, ma hanno preferito tacere a lungo, e solo dopo il ripetersi delle aggressioni, si sono decise a presentare denuncia: “Lieber schweigen als Migranten in Verruf bringen?”, si chiede “Die Welt”, meglio tacere che mettere in cattiva luce i migranti?
Per inviare la propria opinione a Italia Oggi, telefonare 02/582191, oppure cliccare sulla e-mail sottostante