Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/07/2016, a pag. 15, con il titolo "M5S accusa il governo israeliano: 'Ci impedisce l'ingresso a Gaza' ", la cronaca di Davide Frattini.
Se i grillini avevano già ricevuto il rifiuto del permesso da giorni, perché non hanno organizzato una settimana fa un ingresso a Gaza dall'Egitto? Forse perché avrebbero dovuto criticare la decisione identica di un Paese musulmano alleato di Israele che combatte il terrorismo?
I 5 stelle non hanno nulla da dire sulla carta di Hamas che prevede la distruzione di Israele?
Inoltre, perché i grillini sono andati a visitare Yad Vashem all'inizio del viaggio, anziché alla fine? (rimandiamo a questo proposito all'articolo di oggi di Deborah Fait)
Ecco l'articolo:
Davide Frattini
Beppe Grillo con i baffi di Hitler
Ancora prima di lasciare l’Italia per la visita di cinque giorni cominciata giovedì tra Palestina e Israele avrebbero saputo che i permessi per entrare a Gaza erano stati negati. Hanno aspettato fino a ieri per protestare con parole che aiutano a riportare il viaggio sul percorso politico che i sostenitori del Movimento 5 Stelle si aspettavano alla partenza: confronto duro. Così i parlamentari grillini accusano il governo israeliano «di impedire alla delegazione di recarsi nella Striscia per visitare il progetto di un’organizzazione non governativa italiana pagato con i soldi dei cittadini. Questo è un cattivo segnale non tanto per il Movimento 5 Stelle ma soprattutto per quello che è l’approccio dello stesso esecutivo israeliano rispetto alla situazione nella Striscia di Gaza e della pace nella regione».
Gli israeliani hanno imposto il blocco — tra embargo economico e chiusura dei valichi — da quando nel 2007 i fondamentalisti di Hamas con un colpo militare hanno preso il potere sui 365 chilometri quadrati di sabbia, dove vivono un milione e ottocentomila palestinesi. Da allora gli ingressi delle autorità internazionali vengono scoraggiati. Ci era riuscita Laura Boldrini, la presidente della Camera, nel gennaio di due anni fa. Non ci erano riusciti gli spagnoli di Podemos, con un gruppo di europarlamentari della Sinistra Unitaria Europea, che ne avevano fatto un caso politico come i 5 Stelle. Per l’ambasciata israeliana a Roma — che ha invitato i grillini nel Paese — è una questione di sicurezza.
«La Striscia di Gaza è controllata da un’organizzazione terroristica che è un’entità ostile a Israele», replica il portavoce Amit Zarouk all’agenzia Ansa. «L’ingresso deve prevedere permessi specifici e speciali che sono soggetti a considerazioni di sicurezza». Il messaggio con la risposta negativa alla richiesta è stato inviato ai rappresentanti dei 5 Stelle e ai diplomatici italiani prima della partenza del gruppo: la tappa a Gaza è stata comunque lasciata come possibile nel programma presentato dai portavoce del Movimento.
Così il «no» e la contrapposizione con lo Stato ebraico sono risultate inevitabilmente amplificate. Luigi Di Maio, il vicepresidente della Camera, che guida la delegazione fa notare: «Noi volevamo andare a vedere come vengono spesi i soldi della cooperazione internazionale e a conoscere la realtà». Più critico il deputato Manlio Di Stefano: «È grave che Israele non permetta di entrare a osservatori come noi». Ancora più grave per il capogruppo in commissione Esteri è che «tutti gli abitanti della Striscia vengano assimilati ad Hamas. Come chiamare mafiosi tutti i siciliani».
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