Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/07/2016, a pag. 17, con il titolo "Di Maio e la visita ai palestinesi: 'Noi condanniamo la violenza di Hamas' ", la cronaca di Davide Frattini.
Anche La Stampa pubblica una cronaca della giornata di ieri dei grillini in Israele, firmata da Ilario Lombardo. Il titolo però è sbagliato, mettendo l'accento unicamente sulla visita a Yad Vashem, il memoriale della Shoah, e collegandola a polemiche di partito italiane ("Di Maio visita il museo della Shoah: 'E' qui che Fini rinnegò il fascismo?' ")
Vedremo se durante la visita, qualcuno si ricorderà di chiedere conto del comunicato di Beppe Grillo - diffuso dall'ANSA - dai toni estremisti contro Israele. Perché è al clown-padrone del partito che i deputati/senatori devono ubbidienza .Ecco il link all'ANSA con il nostro commento:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=24&sez=120&id=62993
Ecco l'articolo:
Davide Frattini
Luigi Di Maio
«Si sono persi tutta l’azione». È dispiaciuto Abdallah che gli ospiti italiani non abbiano potuto assistere alla protesta messa in scena ogni venerdì da undici anni. I palestinesi che risalgono la strada tra i campi della Cisgiordania, i soldati israeliani che li aspettano in tenuta antisommossa, gli slogan e le bandiere, le maschere antigas da dove escono strizzati i capelli biondi delle attiviste straniere dell’International Solidarity Movement. Almeno non ci sono stati scontri, quando un ragazzo prova a raccogliere una pietra gli altri lo fermano: sanno che la risposta sarebbero i lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo. Questa parte del viaggio di cinque giorni tra Israele e Palestina non è stata organizzata per i tre politici del Movimento 5 Stelle dall’ambasciata e dal consolato italiani come gli altri incontri o la visita di ieri mattina al memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme.
Abdallah Abu Rakhme spiega di essere stato contattato da Luisa Morgantini, che aveva guidato i grillini nel primo giro in queste terre tre anni fa. Tour che aveva fatto infuriare Naor Gilon, l’ambasciatore israeliano a Roma, proprio per il ruolo dell’ex europarlamentare di Rifondazione comunista: «Ben nota per le sue posizioni estremiste», aveva scritto in una lettera di protesta. Questa volta la delegazione è composta da Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, dalla senatrice Ornella Bertorotta e da Manlio Di Stefano che era già stato in Palestina nel 2013 e aveva conosciuto gli abitanti di Bil’in.
Insieme siedono all’ombra degli ulivi, i palestinesi raccontano della lotta non violenta contro la barriera che ha tagliato in due le colline dove sono cresciuti, delle tattiche per fermare l’espansione delle colonie israeliane. I palazzi in costruzione stanno dall’altra parte delle lastre di cemento alte nove metri che turbano Di Maio: «La politica dei muri va superata, la stiamo vivendo in Europa e va superata». Il sindaco del villaggio sta appoggiato al tronco centenario e racconta come funziona il sistema elettorale locale. È di Fatah, il partito laico del presidente Abu Mazen, che dal 2007 bisticcia per il potere con i fondamentalisti di Hamas. «Noi condanniamo le azioni terroristiche di Hamas», commenta Di Maio.
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