Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 01/07/2016, a pag. 3, l'editoriale "Omofobia islamica".
Omosessuali nel mondo islamico
Il modo in cui la strage di Orlando è stata raccontata e interpretata ha dimostrato il cortocircuito occidentale fra omofobia e islam. L’omofobia, peccato capitale della società politicamente corretta, è un’esclusiva bianca e cristiana, e secondo questa visione non si può disprezzare gli omosessuali in nome di ragioni islamiche. Non c’è rivendicazione o giuramento di fedeltà allo Stato islamico che possa far passare una strage da arma da fuoco in un gay club come un episodio di terrorismo da radicalizzazione, e per certificare la rimozione del movente anche Wikipedia ha fatto sparire il più grave massacro sul suolo americano dopo l’11 settembre dalla lista degli attentati del terrorismo islamico.
Per spezzare l’incantesimo a volte non basta la forza della ragione, serve la provocazione, e così l’intellettuale-provocatore Milo Yiannopoulos, con i suoi capelli ossigenati sta organizzando una gay parade nel quartiere musulmano di Stoccolma, nel cuore della Svezia multiculti dove di recente alcuni sedicenti liberi pensatori hanno suggerito di cancellare parate arcobaleno per non urtare la sensibilità della comunità islamica. Milo, gay dichiarato e conservatore orgoglioso che chiama Donald Trump affettuosamente “daddy”, negli ultimi mesi ha portato in giro per i campus universitari americani il suo “Dangerous Faggot Tour”, il tour del “frocio pericoloso”, per smontare le contraddizioni dei liberal sui limiti della libertà di espressione, ma ora ha messo nel mirino le discriminazioni agli omosessuali dettate dalla religione islamica.
Trump, in questo senso, è per Yiannopoulos il più grande alleato della comunità lgbt, perché la proteggerà dalla minaccia più grave. “E’ di nuovo pericoloso essere gay. Perché? Islam. Non è diventato fisicamente pericoloso essere gay in America per via degli evangelici, dei mormoni, degli zoroastriani. Non è per proteggere i manifestanti dai buddisti che mandano la polizia a sorvegliare le marce del gay pride”, ha detto, annunciando un’imminente manifestazione in Svezia, dove lo scorso anno anche il governo, di convincimenti progressisti e mente aperta, ha giudicato “gratuitamente provocatorio” un gay pride che passava di fronte a una moschea.
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