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Italia Oggi Rassegna Stampa
08.06.2016 Germania: antisemitismo e razzismo, un passato che tarda a passare
Analisi di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 08 giugno 2016
Pagina: 16
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «L'antisemitismo fa perdere voti»

Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 16, con il titolo "L'antisemitismo fa perdere voti", l'analisi di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina, a destra il suo recente libro "Pfiff" (Imprimatur ed.)

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Il sospetto di nutrire sentimenti antisemiti è mortale per un politico tedesco, anche di estrema destra. Sono più i voti che si perdono di quelli che si guadagnano. Ciò non vuol dire che nella società tedesca non sia sempre latente l'antisemitismo, in forma più o meno larvata, o cosciente (si calcola la percentuale intorno al 20%). Soltanto che si è più prudenti che altrove in Europa, in Francia o in Polonia ad esempio, nell'esternare i propri pensieri. Il passato continua a pesare.

L'AfD, l'Alternative für Deutschland, continua a guadagnare voti, alle ultime elezioni regionali, in tre Länder, lo scorso 13 marzo, è arrivata a superare i socialdemocratici. Populisti, ma i suoi leader sono molto abili nel dosare le dichiarazioni: criticano la politica delle frontiere aperte della Merkel, ma sostengono di non essere razzisti. E si sono distanziati dalle dichiarazioni di Alexander Gauland, secondo cui i tedeschi non vorrebbero come vicino di casa Jerome Boateng, difensore della nazionale di calcio, di origine ganese ma nato a Berlino. Protestano, affermano, perché si aiutano più i profughi dei tedeschi disagiati.

Certamente, in gran parte i neonazisti votano per loro, ma non tutti i loro voti vengono dai neonazisti. Tanto che l'Npd, il partito storico dei nostalgici, che nel 1969 sfiorò l'ingresso al Bundestag con il 4,9% (lo sbarramento è al cinque), è quasi scomparso di scena. I militanti del movimento neonazi dovrebbero essere intorno al 20%. Ma ora arrivano puntuali le accuse di antisemitismo a uno dei suoi esponenti, come riporta la Frankfurter Allgemeine. I suoi compagni non hanno reagito, anche se il suo pensiero era noto da tempo. Ma le idee di Wolfgang Gideon, di professione medico, 69 anni, erano conosciute anche dagli avversari. Perché, a loro volta, non lo hanno denunciato?

Lo scandalo arriva solo dopo il suo successo: Gideon è stato eletto deputato regionale a marzo nel Baden-Württemberg. Da giovane studente era marxista, ma abbandonò il partito comunista per distanziarsi dai suoi compagni marxisti. Nel 2013 ha trovato la sua patria politica nell'AfD. «Non sapevo nulla», si difende il leader del partito, Jörg Meuthen. Impossibile, replica il quotidiano. Gideon aveva fatto chiare dichiarazioni antisemite ai congressi dell'AfD a Kircheim nell'ottobre del 2014, e nel gennaio del 2015 a Karlsruhe. Comunque sarebbe bastato leggere i suoi saggi, come Der grüne Kommunismus und die Diktatur der Minderheiten, il comunismo verde e la dittatura delle minoranze, o Die Herausforderung Europas durch Zionismus und Islamismus, la sfida all'Europa di sionismo e islamismo. ll primo, per Gedeon, è un nemico interno, il secondo una minaccia dall'esterno.

Le accuse agli ebrei sono le solite, e antiche, sono una minaccia ai valori della civiltà occidentale, e così via, fino ai dubbi sulla Shoah. Josef Schuster, presidente della comunità ebraica in Germania, chiede all'AfD l'espulsione di Gideon. Nel partito, qualcuno lo difende. «Non è un antisemita», dichiara il deputato Heinrich Fletchtner, «perché non chiede la persecuzione degli ebrei né di combattere lo stato di Israele». Ma, il leader dell'AfD, Jörg Meuthen si preoccupa: «L'antisemitismo non ha posto nel nostro movimento, controlleremo al più presto la fondatezza delle accuse». Forse ci si deve rallegrare che nella Germania di Frau Merkel, l'antisemitismo rischi di far perdere voti, e non credo che i libri del dottor Gideon abbiano avuto una grande diffusione. Ma si è peccato quanto meno di distrazione fino a quando l'AfD non ha cominciato ad essere veramente pericoloso per i grandi partiti.

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