Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 05/06/2016, a pag.3, con il titolo "Diplomazia al lavoro per la soluzione dei due Stati", confortato dal commento "Il summit di Parigi ribadisce la necessità di una ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi "quando la verità è l'opposto, il summit è finito come era iniziato, in modo fallimentare.
Senza i due partner del peraltro improbabile accordo, quella che i solerti diplomatici/viaggiatori sono andati a fare a Parigi è stato friggere la solita aria, un mestiere che sanno svolgere benissimo.
Il quotidiano ufficiale del Vaticano dà ovviamente la versione pacifista dell'incontro, altrimenti dovrebbe raccontare che la soluzione due stati non è mai stata a portat di mano per un semplice motivo: gli arabi palestinesi non riconoscono lo Stato di Israele, come possono farci la pace?
Una domanda che nessuno troverà posta in modo corretto sui nostri giornaloni, che figura ci farebbero Abu Mazen & Co. ? E il Vaticano, come potrebbe continuare a invocare la pace se si sapesse come stanno realmente le cose ?
Meglio ricevere la sceicca del Qatar, e tirem innanz.
Ecco il pezzo:
«Lo status quo fra israeliani e palestinesi non è più sostenibile. E quanto hanno convenuto partecipanti alla conferenza internazionale sul Vicino oriente tenutasi ieri a Parigi, che hanno deciso di lavorare per la creazione di «una cornice che possa far ripartire il negoziato di pace» nel quadro della soluzione dei due Stati per due popoli. All'appuntamento hanno partecipato i rappresentanti di ventisette Paesi occidentali, arabi, nonché le delegazioni di Onu e Ue. Non erano presenti invece le rappresentanze di israeliani e palestinesi. I primi hanno infatti fortemente contestato la conferenza. Nel documento finale del summit, i partecipanti si sono impegnati a fornire «incentivi significativi per arrivare a un accordo di pace». Il ministro degli Esteri francese, Jean Marc Ayrault, ha detto ai giornalisti che verranno creati a questo scopo dei gruppi di lavoro sui singoli temi del contenzioso. «Possiamo proporre una cornice e un sostegno che, al momento giusto, potranno permettere negoziati diretti fra israeliani e palestinesi. Ho proposto di cominciare a lavorare sulle garanzie che possono essere presentate alle parti» ha spiegato. Le due parti, israeliani e palestinesi, «non verranno spontaneamente al tavolo dei negoziati» ha sottolineato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, secondo la quale «spetta alla comunità internazionale creare la cornice necessaria» a negoziati diretti. A suo parere, l'Ue dispone «dei mezzi e gli strumenti per creare le condizioni per gli incentivi» dato il suo ruolo di partner commerciale con IsraeIc e di uno dei maggiori sostenitori finanziari dell'Autorità palestinese. Il comunicato finale della conferenza di Parigi ha anche «sottolineato il potenziale per la pace e la sicurezza della regione» contenuto nella cosiddetta proposta di pace araba del 2002. Una proposta la cui validità è stata ribadita oggi da Adel Al Jubeir, ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita. Il piano prevede il riconoscimento di Israele e la piena normalizzazione dei rapporti da parte dei Paesi arabi in cambio di un accordo globale con i palestinesi in base ai confini del 1967 e con Gerusalemme est quale capitale del futuro Stato palestinese.
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