Riprendiamo da ITALIA OGGI del 14/05/2016, a pag. 7, il commento "Come aveva previsto Italia Oggi, Fiamma Nirenstein non sarà nominata ambasciatore di Israele in Italia".
Questo articolo riprende, con un astio che si spiega soltanto con qualche passato risentimento dell'anonimo estensore, le menzogne pubblicate contro Fiamma Nirenstein. Deve essere sfuggito al direttore Pierluigi Magnaschi il contenuto di un pezzo simile, indegno di essere ospitato su una testata autorevole come Italia Oggi.
Ecco l'editoriale di IC in cui vengono confutate le sordide accuse rivolte a una delle più sincere e coraggiose amiche di Israele: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62370
Invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore Pierluigi Magnaschi tutta l' indignazione possibile per l'ignobile attacco a Fiamma Nirenstein.
Ecco l'articolo:
Fiamma Nirenstein
Come avevamo previsto su ItaliaOggi con l'articolo dal titolo: "Perchè Renzi ha chiesto a Netanyahu di ritirare la nomina della Nirenstein", pubblicato il 20 aprile scorso, alla fine ha dovuto cedere: Fiamma Nirenstein ha infatti rinunciato alla nomina ad ambasciatore di Israele a Roma e a San Marino decisa lo scorso 10 agosto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo un tira e molla durato dieci mesi, l'Italia non si troverà quindi nell'imbarazzante situazione di avere come ambasciatore di un altro Stato una sua cittadina. Che per giunta è una sua ex parlamentare e gode di due pensioni pagate da istituti italiani: una pensione perché deputato nel nostro parlamento dal 2008 al 2013, e una come giornalista perché il giornalismo è la sua professione. Come se non bastasse, l'ambasciatore mancato è stata anche vicepresidente della commissione Esteri della Camera dei deputati e direttore dal 1993 al 1994 dell'Istituto Italiano di Cultura a Tel Aviv.
Nirenstein, 70 anni lo scorso 18 dicembre, da tempo vive buona parte dell'anno in Israele, dove si è trasferita nel 2013 acquisendo quindi anche la cittadinanza israeliana e dove continua a risiedere nella colonia di Gilo, tra Gerusalemme e Betlemme. Come tutte le colonie del mondo in territori non del proprio Stato, Gilo è considerata illegale dall'Onu e dal diritto internazionale. Netanyahu ha voluto nominare la nostra 70enne concittadina con doppia pensione italiana passando sopra la tradizione secondo la quale nessun diplomatico israeliano resta in servizio oltre i 65 anni di età perché con la nomina ad ambasciatore di una colona ha tentato di far legittimare surrettiziamente la propria politica di occupazione coloniale in continua espansione.
Analoga mossa è stata infatti tentata nominando ambasciatore in Brasile il leader dei coloni israeliani Dani Dayan, ma il Brasile ha fatto sapere già a dicembre che non gradiva la scelta proprio perché non intende legittimare sia pure indirettamente nessun colonialismo. Anche la comunità ebraica romana si è detta contraria alla nomina di Nirenstein, però, non perché colona, bensì perché avrebbe potuto far sorgere dubbi su quale dei due Paesi servisse lei sia italiana che israeliana. Critica che l'interessata ha tentato di prevenire dicendosi disposta a rinunciare alla cittadinanza italiana. Di recente il portavoce del nostro primo ministro aveva negato che Matteo Renzi, nonostante tutto, fosse contrario alla nomina. Per salvare la faccia, è stata messa in giro la voce - raccolta dal giornale israeliano Haaretz - che Nirenstein è rimasta vittima di suoi vecchi articoli sulla stampa italiana (peraltro veri) con i quali criticava pesantemente la moglie di Netanyahu, Sarah, definendola spendacciona e «un mostro vestito da first lady».
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