Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 11/05/2016, a pag. 3, l'editoriale "L'Intifada dei coltelli in Germania".
L’attentato perpetrato nelle vicinanze di Monaco da un esaltato che al grido “Allahu akbar” ha accoltellato i passeggeri di un treno ricorda le modalità seguite dai terroristi palestinesi durante l’Intifada dei coltelli, che hanno provocato centinaia di ferimenti e uccisioni in Israele. Ora che quel tipo di terrorismo insanguina anche l’Europa sarebbe logico aspettarsi che l’atteggiamento di sufficienza e di disinteresse (nel migliore dei casi) che è stato riservato a suo tempo alla vicenda israeliana venga sottoposto a revisione critica. Ma non sarà così.
L’atteggiamento antiebraico che si è nuovamente diffuso soprattutto negli ambienti accademici europei (italiani compresi) non sarà abbandonato. Anche se non lo diranno esplicitamente, gli accademici antisemiti faranno capire che accoltellare un tedesco è un atto di violenza criminale intollerabile, mentre se si accoltella un israeliano si partecipa a una protesta giustificata, insomma uccidere un ebreo non è (proprio) un reato. D’altra parte è proprio nelle università europee, prima francesi e poi tedesche, che è nato il razzismo antisemita, che poi si è diffuso negli strati popolari, al punto da essere denunciato da Karl Marx come il socialismo degli imbecilli.
Oggi il boicottaggio commerciale e culturale contro Israele rappresenta la prosecuzione in forme diverse di quella mai abbandonata tendenza “culturale”, che in certi casi esprimeva persino una sorta di concorrenza con i docenti ebrei particolarmente numerosi specialmente in certi settori scientifici. In questo brodo di coltura velenoso può crescere di tutto, compreso il terrorismo di matrice islamica che a parole tutti condannano, senza rendersi conto del fatto che con l’atteggiamento anti israeliano lo aiutano a prosperare.
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