Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/05/2016, a pag. 33, con il titolo "Perché è liberticida la legge sul negazionismo", il commento di Pierluigi Battista.
Quella di Pierluigi Battista è un'opinione lecita.
Non siamo del suo stesso avviso perché crediamo che una legge sul negazionismo possa essere uno strumento utile a contenerlo. Negare la Shoah, inoltre, non è una opinione, bensì una menzogna. Di conseguenza non è sufficiente l'impegno culturale per sradicare il negazionismo, e una legge apposita in materia può divenire uno strumento indispensabile a tale scopo. Infine, crediamo che un illecito vada sanzionato non soltanto in base alla possibilità di evitare che si ripresenti in futuro: la legge punisce l'omicidio anche se questo non serve ad eliminarlo dalla nostra società, ma nessuno ritiene che l'omicidio non vada sanzionato.
Ecco l'articolo:
Pierluigi Battista
Pur animate dalle migliori intenzioni, le leggi che fanno diventare reato il negazionismo sulla Shoah hanno una duplice valenza negativa: sono liberticide e sono pure inutili. Perciò speriamo che la Camera ribalti il recente voto del Senato facendo prevalere un punto di vista liberale. Quando si trattò di contrastare i cialtroni che consideravano Auschwitz una menzogna, il grande storico Pierre Vidal-Naquet non si appellò ai tribunali ma smontò una dopo l’altra le fandonie costruite dagli «assassini della memoria» e ne dimostrò tutta l’inconsistenza, la disonestà, la spudorata smania manipolatoria. I negazionisti come Faurisson e seguaci persero ogni credibilità «scientifica», esposti al mondo per quello che erano: una combriccola di falsari. Così si combatte l’offensiva antisemita, non con la polizia.
Leggi inutili. In Francia, dove da anni vige una legge anti-negazionista, il morbo antisemita non solo non è arretrato ma ha pericolosamente guadagnato posizioni, e gli ebrei francesi si sentono sempre più insicuri, bersaglio permanente del fanatismo antisionista e perciò antisemita. Leggi liberticide perché introducono un elemento di arbitrio affidato alla magistratura che dovrebbe stabilire cosa è perseguibile come reato e cosa no. Leggi liberticide, perché la censura è un mostro insaziabile: sposta continuamente i suoi confini sempre più in là, ingloba nell’universo del censurabile un numero sempre maggiore di opinioni bollate come reato, e che invece possono essere disgustose, ma non sono un reato. Leggi liberticide perché qualunque magistrato può considerarsi autorizzato a scorgere una notitia criminis in un libro, in un articolo, in un discorso: basti pensare che Oriana Fallaci in Francia, grazie a una legislazione restrittiva che trasforma un’opinione in un reato, è stata messa sul banco degli imputati per istigazione all’odio razziale: che sciocchezza colossale.
Leggi liberticide, perché affidano alla dimensione giudiziaria, a quella penale, ciò che non sai combattere con le armi di Vidal-Naquet. Leggi ipocrite, visto che si srotolano tappeti rossi a potenze economiche e geopolitiche come l’Iran in cui il negazionismo antisemita è diffusissimo e in cui ogni anno si celebra una mostra per la migliore vignetta negazionista sull’Olocausto. Speriamo che la Camera ci ripensi, e che la legge sul negazionismo sia bloccata. Con le migliori intenzioni, si possono partorire i peggiori risultati.
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