Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/04/2016, a pag. 13, la breve "Bruciò un arabo, ebreo verso l'ergastolo".
La giustizia israeliana funziona e non fa differenze tra ebrei, arabi e altri cittadini. Ben differente è l'atteggiamento dell'Anp, che esalta in ogni occasione l'assassinio di ebrei e dedica scuole e piazze ai terroristi, e di Hamas, che è diretta responsabile degli attentati.
Ecco la breve:
La Corte Suprema israeliana garantisce a tutti i cittadini d'Israele uguali diritti e tutele
Israele punisce i suoi cittadini che si macchiano di atti di terrorismo contro gli arabi. Dopo il soldato incastrato da un video della ong B'Tselem mentre uccide un prigioniero palestinese e mandato a processo (ma ieri difeso da migliaia di persone in piazza a Tel Aviv), arriva giustizia anche per Muhammad Abu Khdeir, il sedicenne palestinese bruciato vivo il 2 luglio 2014. La notte del delitto avvenuto alla periferia di Gerusalemme est, il capo degli assalitori - Yossef Hahn Ben David (30 anni) - era capace di intendere. E dunque totalmente colpevole di quel brutale assassinio che tanto colpì l'opinione pubblica europea ed israeliana.
Lo ha stabilito ieri la Corte distrettuale di Gerusalemme respingendo a perizia psichiatrica sottoposta alcuni mesi fa in extremis dalla difesa. La sua pena sarà resa nota ai primi di maggio. Lo scorso febbraio i suoi due giovanissimi complici sono stati condannati rispettivamente all'ergastolo e a 21 anni di carcere. I tre estremisti ebrei rapirono, picchiarono e diedero fuoco al ragazzino arabo per vendicare l'uccisione di tre ragazzi ebrei fra i 16 e i 19 anni - Eyal Yifrach, Gilad Shaar e Naftali Frankel - rapiti mentre facevano l'autostop tomando da scuola e uccisi nel giugno 2014 nei pressi dell'insediamento di Gush Etzion, in Cisgiordania. Autori della strage, due militanti di Hamas, il gruppo terrorista palestinese, poi uccisi dalle forze di difesa israeliane.
Quando il ragazzo palestinese venne ucciso, le famiglie di Eyal, Gilad e Naftali espressero subito la loro condanna dell'omicidio. «Anche nel dolore perla morte di mio figlio», disse la signora Frankel, «non so esprimere l'angoscia per l'orrore commesso a Gerusalemme». Mentre l'Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen collaborò con le forze israeliane, l'azione dei miliziani delle brigate al Qassam (braccio armato di Hamas) fu salutata da molti palestinesi in Cisgiordania e da tutta Gaza come un atto eroico, ed eroi furono definiti i rapitori-assassini dal portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum.
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