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La Repubblica Rassegna Stampa
19.04.2016 Alain Finkielkraut aggredito a Parigi: 'Fascista e islamofobo!'. Chi sono gli estremisti che negano la libertà di ascolto e di parola?
Cronaca di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 19 aprile 2016
Pagina: 16
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Parigi: i ribelli in piazza cacciano il filosofo: 'Troppo di destra'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/04/2016, a pag. 16, con il titolo "Parigi: i ribelli in piazza cacciano il filosofo: 'Troppo di destra' ", la cronaca di Anais Ginori.

A destra: entro una generazione, finalmente la Tour Eiffel verrà completata (segnalazione di Bat Ye'or)

Come negli anni sessanta e settanta chi prendeva le distanze dal PCI veniva indifferentemente accusato di "fascismo", così accade oggi a Parigi contro Finkielkraut e chi, come lui, non ha timore a guardare direttamente la realtà. Fascismo, al contrario, è negare a chi la pensa diversamente la possibilità di ascoltare e di intervenire: malattia indubbiamente molto diffusa in tutto il mondo islamico, così come nell'estrema destra e nell'estrema sinistra in Europa.

Ecco l'articolo:

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Anais Ginori

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Alain Finkielkraut

Era venuto solo per ascoltare. Per una volta Alain Finkielkraut non voleva parlare, ma solo rendersi conto di quello che vogliono e sognano i ragazzi del movimento Nuit Debout. La sua curiosità non è stata apprezzata ed è finita in rissa verbale a causa di un piccolo gruppo di persone che, riconoscendo il filosofo in mezzo alla folla, ha deciso di mandarlo via da place de la République. Il video della “cacciata” di Finkielkraut, avvenuta sabato sera, è diventato presto virale, scatenando un fiume in piena di commenti.

Sentire urlare “Vattene sporco fascista!” e altri insulti all’intellettuale che è da poco entrato tra gli Immortali dell’Académie Française non è stato un bello spettacolo. E così gli indignati di place de la République hanno fatto indignare il direttore di Libération. «E’ stato sancito il divieto di ascoltare» ha scritto Laurent Joffrin in un duro editoriale. Anche se si trattava di una decina di «beoti eccitati », continua Joffrin, l’incidente getta ombre sul movimento che tenta di costruire una nuova «democrazia dal basso».

Finkielkraut, che ha partecipato al Sessantotto, è stato spesso criticato a sinistra, inserito nella categoria dei pensatori reazionari, ma in questo caso il governo l’ha difeso. La ministra dell’Educazione, Najat Vallaud- Belkacem, ha citato la celebre frase apocrifa di Voltaire: «Non condivido le tue idee ma darei la vita perché tu possa esprimerle». A destra, il Front National sostiene che l’aggressione verbale rappresenta il «vero volto» del movimento, ovvero «quello dell’odio». «E’ questa la tolleranza per la sinistra? » si chiede polemicamente una deputata dei Républicains, notando che qualche ora prima i manifestanti avevano «ascoltato in silenzio religioso» l’ex ministro greco, Yanis Varoufakis.

Arrivato in piazza insieme alla moglie, il filosofo ha risposto ai contestatori con qualche insulto, prima di essere scortato da un improvvisato servizio d’ordine. In un articolo pubblicato dal Figaro, Finkielkraut racconta l’accaduto, compreso lo sputo che ha ricevuto sul viso da un passante. «Se in 3 o 4 non fossero intervenuti mi avrebbero linciato» osserva, scagliandosi poi contro Nuit Debout definita «kermesse sinistrorsa sotto una campana di vetro, una bolla rivoluzionaria avvolta su sé stessa nel mezzo di una città completamente indifferente».

Per il movimento che occupa da 20 giorni place de la République si tratta di un episodio che fa emergere contraddizioni interne non risolte. Ci sono stati nelle notti scorse altri momenti di tensione con devastazioni di negozi da parte di un piccolo gruppo di “ casseurs”: finora 36 persone sono state fermate.

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