Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 14/04/2016, a pag. 12, con il titolo "Boicottate Israele, non l'Arabia", il commento di Bonifacio Borruso.
A destra: la firma dell'accordo tra Università di Bologna e Università dell'Arabia Saudita
La nota dell'Università di Bologna ha accenti di fierezza. Vi si legge che «il rettore dell'Università di Bologna, Francesco Ubertini, accompagnato dal professor Ahmad Addous, delegato per i Paesi Arabi, e dal professor Nicolò Marchetti, docente di Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente antico, ha incontrato oggi (ieri per chi legge, ndr) a Riyadh, in Arabia Saudita, il rettore Fawsan al-Fawsan dell'Università Islamica Al-Imam Muhammad Ibn Saud, con cui ha siglato un accordo quinquennale per il finanziamento di ricerche e iniziative presso l'Alma Mater nell'ambito degli studi arabo-islamici».
Sotto le Due Torri mettono le mani avanti: «Il dialogo come punto qualificante di un confronto aperto e scientificamente ineccepibile è la prospettiva su cui si fonda la collaborazione tra i due atenei», scrivono. L'Arabia Saudita, nelle frequenti dietrologie sul Califfato e chi lo finanzi viene sempre indicata, assieme al Qatar, come Paese che, non direttamente ma con certe fondazioni private ma collegabili alla dinastia wahabita al potere, alimenta lo stato di Raqqa.
La questione, però, non ha fatto specie a rettore, delegato e archeologo. Giustamente, aggiungiamo noi: la scienza stia fuori da queste beghe, sia un luogo franco dall'ideologia. Però a scorrere l'elenco dell'appello di oltre 160 accademici italiani al boicottaggio delle istituzioni scientifiche di Israele, del gennaio scorso, ci si imbatte nelle firme di Francesca Biancani, Caterina Bori, Gustavo Gozzi, Pierluigi Musaro, Matteo Ogliari, Fulvio Pezzarossa, Giulio Soravia, Angelo Stefanini e Sandro Mezzadra, tutti docenti dell'ateneo più antico d'Europa, Bologna appunto. Scrissero, con gli altri colleghi, che il boicottaggio alle relazioni accademiche con le università israeliane nasceva «come risposta alle ormai note e ben documentate complicità delle istituzioni accademiche israeliane con la violenza di Stato israeliana e alla totale mancanza di qualsiasi seria condanna da parte loro sin dalla fondazione dello Stato di Israele».
Israele, ossia l'unica democrazia del Medio Oriente, al cui confronto la dura monarchia saudita non è per così dire il faro né della democrazia, che non esiste, né dei diritti civili. Anzi, circolano filmati in rete, in cui si vede la pena capitale applicata per la pubblica via, decapitando con la sciabola. Chissà se i nove accademici avranno voglia di lanciarsi in un boicottaggio, in casa, stavolta, verso l'accordo della propria amministrazione. Oppure se il magnifico rettore, difendendo l'intesa con l'ateneo di uno degli stati più illiberali di quell'area, voglia ammettere che, liberi i suoi colleghi di firmare gli appelli che volessero, ma che quello contro le università israeliane era stupidaggine. Avrebbe dovuto farlo all'epoca, il professor Marchetti, ma ora davvero non si può esimere.
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