Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/04/2016, a pag. 10, con il titolo "Non potrà più entrare in Italia l'imam che voleva bruciare Roma", la cronaca di Tommaso Montesano.
Gran parte del merito di questa vittoria contro il fanatico antisemita Tareq Suwaidan, cui è stato negato il permesso di entrare in Italia, è degli interventi recenti di Valentina Colombo, pubblicati da Informazione Corretta e dell'intervista alla studiosa pubblicata recentemente da Libero.
Ecco l'articolo:
Tareq Suwaidan
Valentina Colombo
«L'imam Tareq Suwaidan non potrà entrare e non entrerà in Italia». Angelino Alfano chiude il caso: il predicatore kuwaitiano vicino ai Fratelli musulmani, bandito da Regno Unito e Belgio a causa dei suoi messaggi «radicali, antioccidentali e antisemiti», dovrà rinunciare alla tournée italiana, che dal 7 al 17 maggio avrebbe dovuto portarlo, tra le altre tappe, a Como e Reggio Emilia su invito dell'Associazione islamica italiana degli imam.
La figura di Suwaidan, spiega il ministro dell'Interno nell'Aula di Montecitorio rispondendo a un'interrogazione del leghista Nicola Molteni, «è ben nota alle nostre Forze di polizia». Il predicatore, infatti, «è stato inserito, da parte del Belgio, nel Sistema informativo Schengen fin dal mese di novembre 2014». Di conseguenza, a Suwaidan «è stata praticamente preclusa la possibilità di accedere in uno qualsiasi dei Paesi di quell'area, Italia compresa». Se l'imam chiedesse il rilascio del visto di ingresso in Italia, la sua domanda «verrebbe automaticamente rigettata». Allo stesso tempo, nel caso in cui Suwaidan «tentasse di varcare comunque i nostri confini, verrebbe immediatamente fermato e respinto in considerazione dell'allertamento che è stato già dato alle nostre questure e ai nostri posti di frontiera».
Il simbolo della Fratellanza Musulmana: Corano e scimitarre per indicare l'obiettivo e gli strumenti del jihad contro gli "infedeli". La Fratellanza è egemone presso l'UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d'Italia
Come denunciato da Libero lo scorso 1 aprile, l'imam kuwaitiano vanta un curriculum all'insegna del radicalismo islamico. In un sermone pronunciato a Le Bourget, vicino Parigi, l'11 aprile 2009, Suwaidan aveva profetizzato la conquista di Roma così come anticipato dal «profeta Maometto, un modello per l'umanità». Un invito a restaurare il Califfato in sintonia con i proclami dello Stato islamico. Poi ci sono le invettive antisemite - «prego e mi affido all'Inviato di Allah che ha affrontato la malvagità e la perfidia degli ebrei» - con tanto di appello alle «madri della comunità islamica ad allanare i propri figli con l'odio verso i figli di Sion».
Nel corso del question time, Alfano ha rassicurato sulla vigilanza italiana: «E' nota la nostra intransigenza nei confronti dei predicatori islamici che si distinguano per particolare virulenza e odio». Il titolare del Viminale ha ricordato che dal 2015 ad oggi sono stati sei gli imam «espulsi dal territorio nazionale» e 1.205 le strutture islamiche censite (quattro le moschee). Ma Molteni, pur apprezzando la risposta di Alfano, ha ricordato che l'associazione islamica che ha organizzato il tour di Suwaidan è partner dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche italiane che detiene la maggioranza della Consulta islamica del ministero dell'Interno. «E' grave e preoccupante che un'associazione riconosciuta anche dal ministero possa anche lontanamente pensare e immaginare di poter invitare un predicatore d'odio. Vogliamo un governo e un ministro che non bacino le babbucce agli islamici».
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