Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/04/2016, a pag. 3, l'editoriale "Idee per Renzi prima di andare in Iran".
Matteo Renzi con Hassan Rohani
Il 12 e 13 aprile prossimi il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà in visita ufficiale in Iran, primo leader occidentale a sdoganare con la propria presenza la Repubblica islamica dell’Iran dopo la distensione internazionale su sanzioni e programma nucleare. Business e realismo politico guideranno Renzi nei palazzi del potere sciita sempre più egemone in medio oriente. Ma prima di partire, Renzi potrebbe fare un altro regalo non agli iraniani, ma all’Europa come insieme di valori condivisi, e a Israele, il piatto prediletto dalle mire violente dei pasdaran della Rivoluzione e nostro solo autentico alleato nella regione. Ovvero potrebbe prendere in mano un disegno di legge bipartisan che c’è al Senato sul boicottaggio di Israele e renderlo realtà. Una simile norma esiste ormai in vari paesi: Stati Uniti, Canada, Francia e altre grandi democrazie hanno appena criminalizzato il boicottaggio dei prodotti israeliani con apposite norme.
La Francia ha adottato nel 1977 una legge che criminalizza i boicottaggi economici e nel 2004 ha introdotto una legge che criminalizza l’incitamento al boicottaggio. E’ l’idea che la libertà di opinione e di espressione siano sacrosante, ma anche che non possano essere usate per veicolare l’esclusione di un paese e un popolo dal consesso civile. Perché non farla anche in Italia? Il Bds, il movimento per il boicottaggio e le sanzioni di Israele, si nutre della delegittimazione del popolo e dello stato ebraico di cui l’Iran è da anni burattinaio indisturbato. Un movimento che si è negli anni insinuato nei nostri sindacati, nelle nostre università, nella nostra società civile. Israele è un paese forte e ricco, in grado di vincere il terrorismo da settant’anni e di prosperare in uno stato di assedio. Ma c’è un nemico invisibile, il Bds, difficile da affrontare perché vuole trasformare Israele in uno stato canaglia, immorale, ingiusto, innaturale. Questo movimento razzista e antisemita deve essere fermato anche perché va a colpire un paese, Israele, che ha dato tanto all’umanità in termini di scienza e di cultura. E perché colpisce soltanto Israele, l’unica democrazia in un arco che va da Casablanca a Islamabad. Quel cuscinetto che impedisce che l’islam radicale inondi il Mediterraneo e l’Europa.
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