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Italia Oggi - L'Unità Rassegna Stampa
17.03.2016 I curdi hanno un amico vero: Israele
Commenti di Luigi Chiarelli, Umberto De Giovannangeli

Testata:Italia Oggi - L'Unità
Autore: Luigi Chiarello - Umberto De Giovannangeli
Titolo: «I curdi, improvvisamente, seducono la Knesset - La Siria si frantuma: i curdi dichiarano la propria autonomia»

Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 10, con il titolo "I curdi, improvvisamente, seducono la Knesset", il commento di Luigi Chiarelli; dall' UNITA', a pag. 12, con il titolo "La Siria si frantuma: i curdi dichiarano la propria autonomia", il commento di Umberto De Giovannangeli.

A destra: le bandiere di Israele e Kurdistan

Ecco gli articoli:

ITALIA OGGI - Luigi Chiarelli: "I curdi, improvvisamente, seducono la Knesset"

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La Knesset

All'indomani dell'annunciato ritiro delle truppe russe dal teatro siriano e dell'inizio dei negoziati tra le parti a Ginevra, nel silenzio dell'Europa e della comunità internazionale, Turchia e Israele muovono nuovi pedoni sullo scacchiere mediorientale. Sia in funzione interna che estera, e sempre più in funzione uguale e contraria l'una rispetto all'altra. Anche sul piano del riconoscimento dei diritti. Se, da un lato, Ankara reprime ogni anelito interno di libera stampa e soffoca, manu militari, in Anatolia e nel nord della Siria, le aspirazioni autonomiste del popolo curdo, Gerusalemme va in direzione ostinata e contraria.

Cosi, nelle stesse ore in cui il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, chiedeva al «suo» Parlamento di revocare «rapidamente» l'immunità giudiziaria ai parlamentari del partito filo-curdo, accusati di «incitamento al terrorismo», per la prima volta una delegazione ufficiale curda visitava Gerusalemme, in solidarietà con la visita della prima delegazione di rappresentanti yazidi del Kurdistan iracheno in Israele. Ad accompagnarli nella visita Sherzad Omar Mamsani, il direttore degli Affari ebraici del governo regionale del Kurdistan iracheno. Sherzad è stato il primo funzionario curdo a fare una visita ufficiale in Israele. Nel corso di essa, ha ricevuto diversi inviti a visitare la Knesset, il parlamento israeliano, ed ha incontrato personalmente non meno di 28 parlamentari, fra cui anche ministri e leader di partiti israeliani. Tra questi, i parlamentari di Zionist Union, Itzik Shmuli e Yossi Yonah, di religione ebraica e di discendenza curda e irachena. Alla fine, quella che doveva essere una rapida visita in Israele, caratterizzata da un limitato programma di incontri, si è trasformata in una due giorni zeppa di strette di mano. Il tutto testimonia il forte interesse in Israele per la questione curda.

Un dato non nuovo: ufficiosamente il governo di Gerusalemme appoggia le istanze indipendentiste della nazione curda, riconoscendo in esse le legittime aspirazioni di un popolo sull'orlo del baratro, stretto com'è tra la repressione turca (e in passato irachena), gli attacchi dell'Isis e la frammentazione delle proprie comunità sotto paesi (e regimi) differenti. La visita dei rappresentanti ufßciali yazidi in Israele è dovuta invece alla Conferenza Springs of Hope (sorgenti di speranza, ndr) 2016, forum internazionale organizzato dall'omonima Fondazione, che fornisce una piattaforma comune per le minoranze religiose ed etniche perseguitate in Medio Oriente. Dando voce alle vittime attraverso lezioni accademiche, cinema e arte.

A rilanciare la notizia è stato padre Gabriel Naddaf, un sacerdote ortodosso famoso in Israele, impegnato nel promuovere la convivenza tra ebrei e cristiani. Postilla: la prima cosa che gli yazidi, vittime dei massacri dell'Isis, hanno fatto in terra israeliana è stata visitare il Museo dell'Olocausto, lo Yad Vashem. Un gesto simbolico, che ha innescato copertura mediatica in Israele, quasi a testimoniare una tragica comunanza tra il popolo yazida e le esperienze del popolo ebraico.

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli: "La Siria si frantuma: i curdi dichiarano la propria autonomia"

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Umberto De Giovannangeli

Si scrive "sistema federale". Si Legge "spartizione" del fu Stato di Siria. I curdi del nord della Siria si apprestano a riunirsi in un sistema federale che dovrebbe sostituire i tre "cantoni" in cui ora sono divisi: quelli di Jazira, Kobane e Afrin. Lo riferisce il sito curdo iracheno "Rudaw", citando una fonte curda siriana secondo la quale una conferenza è in programma peroggi a Rmelan tra i cantoni auto-amministrati di Rojava". Roiava (Kurdistan occidentale) è il nome usato dai curdi per le regioni del nord della Siria dove le loro milizie combattono contro l'Isis. Intanto, la televisione panaraba Al Jazira" afferma che il principale partito curdo del nord della Siria, il Pyd, si appresta a dichiarare l'autonomia della regione dal potere centrale di Damasco. In una dichiarazione all'emittente, Idris Nassan, responsabile per le relazioni internazionali del cantone di Kobane, ha sostenuto l'esigenza di creare un nuovo sistema federale in Siria, affermando che esso darebbe "garanzie di democrazia".

"La nostra principale rivendicazione è Il federalismo per il Kurdistan siriano, ma il congresso costitutivo che si terrà oggi metterà in chiaro ogni cosa", ha rilanciato il presidente di Tev-Dem - movimento curdo-siriano legato al Partito dell'Unione Democratica (Pyd), che è il braccio politico delle Unità di Difesa del Popolo (Ypg, i Peshmerga), le milizie armate curde osteggiate dalla Turchia perchè ritenute da Ankara l'estensione in Siria del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) - al Darai Khalil all'emittente "Rudaw" che ha sede a Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno.

La tv curda pubblica anche una mappa della Siria delineando i confini amministrativi della prospettata Federazione curda. "È vero che noi come curdi abbiamo sofferto storicamente, ma aggi non vogliamo che la conquista dei nostri diritti siano a spesa degli altri', ha detto Khalil rispondendo alla domanda se non fosse il caso che i curdi proclamassero la propria ind indipendenza dalla Siria. Un'eventuale dichiarazione di autonomia dei curdi siriani, finora sostenuti dagli Usa in funzione anti-Isis e osteggiati dalla Turchia, è destinata a provocare nuovi allarmi ad Ankara, secondo cui le autorità della regione sono legate al Pkk curdo e sono da considerare alla stregua di "terroristi".

L'ambasciatore siriano Bashar Jaafari, alla guida della delegazione di Damasco ai colloqui di Ginevra sulla Siria, ha seccamente respinto l'idea di un sistema federale curdo nel nord del Paese. "Quello di cui stiamo parlando qui é come salvaguardare l'unità della Siria" e rispettare l'integrità della Siria, territoriale e del popolo. "Scommettere sulla creazione di divisioni sarebbe un fallimento totale, ha aggiunto. 

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