Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/03/2016, a pag. 3, l'editoriale "Avanti il prossimo, sono D'Alema".
Massimo D'Alema a Beirut con i terroristi di Hezbollah
Con il patrocinio dell’ambasciata dello “stato di Palestina” in Italia, in occasione della “giornata della cultura palestinese”, ieri a Napoli si è svolta una conferenza “su quello che sono i diritti umani e civili del popolo palestinese e ciò che si può fare, per far sì che tali diritti possano diventare una realtà in tutti i Territori palestinesi, attraverso la collaborazione internazionale”. Erano presenti Mai Alkaila, ambasciatrice palestinese a Roma; il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris; Massimo D’Alema, ex premier e ministro degli Esteri, e Iain Chambers, docente di studi culturali e post coloniali all’Università Orientale di Napoli. Quest’ultimo è uno dei firmatari e promotori dell’appello accademico italiano per il boicottaggio delle università israeliane, a cominciare dal Technion di Haifa.
C’era anche Nicola Quatrano, osservatore internazionale, che accusa Israele di “terrorismo”. Viene da chiedersi quale possa essere a questo punto la linea rossa di Massimo D’Alema. Il limite oltre il quale non va nel prendere parte a incontri pubblici, specie da quando, in Europa, D’Alema va dialogando e flirtando con Tariq Ramadan, ambiguo islamologo di grido che non pochi mugugni ha causato nella stessa comunità islamica francese. D’Alema trova decente e giusto avallare con la sua Fondazione ItalianiEuropei una giornata per i palestinesi, mentre in Israele ogni giorno si contano i morti e i feriti della Terza Intifada per mano dei palestinesi? L’ex premier ritiene legittimo sdoganare con la sua stessa presenza le posizioni di accademici come Chambers, attivo militante della lotta a Israele e alla sua cultura accademica e scientifica? Il mese scorso, il rettore dell’Orientale di Napoli, Elda Morlicchio, ha fatto rimuovere dal sito ufficiale del centro di studi postcoloniali di Chambers l’appello al boicottaggio dei prodotti israeliani. Appello che proprio Chambers aveva voluto pubblicare nelle pagine della prestigiosa università. Passi una esortazione a favore della “cultura palestinese” da parte di Max. Ma non è che, en passant, la prossima volta troverà il tempo anche di condannare l’intolleranza che manda al rogo quella israeliana, fucina di tanti Nobel?
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