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Libero Rassegna Stampa
08.03.2016 L'Isis all'attacco della Tunisia
Analisi di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 08 marzo 2016
Pagina: 6
Autore: Carlo Panella
Titolo: «L'Isis vuole invadere la Tunisia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/03/2016, a pag.6, con il titolo " L'Isis vuole invadere la Tunisia", l'analisi di Carlo Panella.

 

Immagine correlata
Carlo Panella                  Isis in arrivo ?

Gravissimo sotto il profilo politico e umano: l’attacco sferrato ieri mattina da un nutrito gruppo di miliziani dell’Isis contro la caserma e la città tunisina di Ben Gardane conferma una strategia diversificata e mobile dell’Isis che va ben oltre il presidio, sempre in crescita, della zona costiera libica attorno a Sirte. Il bilancio dei morti (53, secondo le stime ufficiali di Tunisi), e la meccanica dell’assalto, confermano inoltre che la capacità di fuoco dei miliziani dell’Isis non è più di piccoli gruppi, ma calibrata ormai su azioni di vera e propria guerra classica. Ben Gardane è una cittadina tunisina di 80.000 abitanti situata a poche decine di chilometri dalla frontiera tunisino libica e a meno di un centinaio di chilometri da Sabratah, citta libica oggetto di più incursioni dell’Isis nelle scorse settimane. L’asse Ben Gardane-Sebrata –questo è il punto- si trova a un migliaio di chilometri circa dalla città di Sirte i quali –in pura teoria- dovrebbero essere sotto il controllo, da ovest verso est, delle milizie di Zintan, fedeli al lontanissimo governo di Torbuk (in Cirenaica), da Fajir Libia, la milizia islamista che obbedisce al governo di Tripoli e anche dalle milizie di Misurata, le più vicine alla ragione di Sirte. Ma è ora evidente che le milizie dell’Isis sono in grado di trasportare consistenti gruppi di combattimento e di bypassare le milizie avversarie disposto lungo la costa. Sono in grado cioè di muoversi con facilità, passando in profondità nel territorio libico, per poi colpire alle spalle dello schieramento avverso. Non solo, la scelta di tentare una mossa spettacolare come l’assalto a una caserma dell’esercito tunisino, significa che la strategia dell’Isis è multiforme, che non si prepara solo a difendere i 200 chilometri di costa attorno a Sirte, a tentare delle sortite verso impianti e terminali petroliferi a ovest, sud ed est di Sirte, ma che ha intenzione di coinvolgere in pieno la Tunisia in un nuovo fronte di guerra classica. Non più solo dunque attentati come al Museo del Bardo e a Sousse, non più solo scaramucce sulle montagne alle spalle di Kairouan e verso la frontiera con l’Algeria, ma azioni militari dirette ovunque contro obiettivi qualificanti della Tunisia. Il tutto, secondo l’analisi dell’ attacco dello stesso presidente tunisino Caid Essebsi, nell’evidente tentativo di instaurare una “provincia del Califfato”, a cavallo del confine tunisino-libico, come quella instaurata a Sirte,. Obiettivo ambizioso, ma non impossibile. Le capacità di reazione dell’esercito e delle forze di sicurezza tunisine infatti –che pure ieri hanno dato, pare, eccellente prova- non sono eccelse. In tutto il paese si susseguono infatti da mesi scontri armati contro miliziani jihadisti, con svariate decine di militari tunisini uccisi, soprattutto lungo le catene montuose occidentali, a ridosso della frontiera con l’Algeria. Ma ora, l’apertura di un uovo fronte jihadista verso oriente, verso la Libia, può essere molto, molto problematica. Secondo al versione fornita da Tunisi, l’attacco militare contro la caserma dell’esercito tunisino e alla polizia di Ben Gardane nella notte di domenica, sarebbe fallito e lo dimostrerebbe l’alto numero dei miliziani dell’Isis caduti (35). Ripiegati, dopo l’insuccesso dell’assalto, anche grazie al rapido impiego da parte dei tunisini di elicotteri d’assalto, i miliziani dell’Isis superstiti hanno colpito alcuni obiettivi civili, tra i quali un’ambulanza e l’ospedale regionale. Per tutta la giornata di ieri Ben Gardane è rimasta completamente paralizzata, le lezioni in tutte le scuole sono state sospese e le strade sono ora pattugliate da soldati tunisini che effettuano rastrellamenti per rintracciare i sospetti appartenenti al gruppo terroristico, mettono in sicurezza gli ingressi della città e i punti sensibili. Le autorità di Tunisi hanno inoltre chiuso tutti e tre i valichi di frontiera con la Libia e intensificato i pattugliamenti aerei lungo il confine. Di fuoco le parole del presidente della Repubblica tunisino Caid Essebsi: “I tunisini sono in guerra contro questa barbarie e contro questi topi che stermineremo definitivamente”.

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