Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/03/2016, a pag. 17, con il titolo "Netanyahu rifiuta la visita alla Casa Bianca" la cronaca di Giuseppe Sarcina.
Se Sarcina continua così, il Corrierone avrà il peggiore corrispondente possibile dagli Usa. Ecco i nostri rilievi:
1. Netanyahu arriva quando Obama parte per Cuba. Sarcina attribuisce la colpa del mancato incontro a Bibi.
2. Obama voleva chiudere il conflitto con i palestinesi, ma Sarcina fa dire a Bibi che non esistono le condizioni, non una parola sulle responsabilità palestinesi.
3. Mancato incontro con Obama lo scorso anno. Ma l'invito a Bibi era giunto dal Congresso, non da Obama, non scriverlo è una grave menzogna omissiva, non si capiesce perchè avrebbe dovuto informare Obama.
4. Per finire, oltre a nessun accenno al ruolo dell'Anp - e ce ne sarebbe da dire - Sarcina scrive che la capitale di Israele è Tel Aviv !
Ecco l'articolo:
Giuseppe Sarcina
Ieri la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente aveva invitato il primo ministro israeliano a Washington. Ma la risposta è stata un inaspettato rifiuto. Diversa la versione del governo di Tel Aviv: Netanyahu era pronto a partecipare all'assemblea dell'Aipac, American Israel Public Affairs Committee, ma ha rinunciato perché non ci sarebbe stato il tempo di incontrare Obama, in partenza il 20 marzo per il viaggio a Cuba. Il mancato faccia a faccia nello Studio Ovale si aggiunge alla lunga lista di incomprensioni e di veri incidenti politico-diplomatici tra i due leader. Obama e Netanyahu non si sono mai davvero capiti e forse neanche spiegati fino in fondo. Entrambi sono saliti al comando e subito hanno perseguito obiettivi strategici diversi. Il presidente americano puntava a chiudere il cronico conflitto israelo-palestinese con la formula dei due Stati.
Netanyahu ha sempre sostenuto che non c'erano le condizioni per garantire la sicurezza del suo Paese. Il giorno della frattura clamorosa, però, è il 13 marzo 2015, quando Netanyahu accetta l'invito di John Boehner, leader repubblicano alla Camera dei rappresentanti. Arriva a Washington senza neanche consultare la Casa Bianca e davanti al Congresso attacca con durezza la linea aperturista di Obama verso l'Iran.
Ma quella mossa ottiene l'effetto contrario: il presidente degli Stati Uniti continua il negoziato fino ad arrivare all'accordo sul nucleare con Teheran. La reazione del governo israeliano è furibonda. Obama, però, almeno fino a ieri, contava di recuperare il dialogo con Netanyahu nel corso del suo ultimo anno di mandato. Le relazioni politiche tra Usa e Israele non sono mai state così fredde, per lo meno nella storia recente. Ma quest'ultimo incidente lascia pensare che le cose andranno avanti così. Toccherà al nuovo inquilino della Casa Bianca, democratico o repubblicano che sia, ricominciare daccapo, il prossimo anno.
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